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Ciao Monica

La morte dell’attrice con A maiuscola italiana

purtroppo dopo una malatia lunga é difficile moica vitti ci ha lasciato. Nata Maria Luisa Ceccarini da padre romano e madre bolognese chaimata fin da piccola sette vestitini pe rla mai a provare abiti é stata fino al 2001 non era più attiva. La carriera di Monica Vitti è stata uan delle migliori e spesso viene divisa in due fasi la prima più impegnata con il sodalizio soprattutto umano con Michelangelo Antonioni. Dal timido esordio della notta dove bruna irriconoscibile si muove in uan roma notturna che non è quella cgamorosa e spettacolare di Federico Fellini 8si anche qui c’è marcello mastroiandi)  nella Dolce Vita a quello che per me fu la vera consacrazion dopo anche l’apaprizione in “L’avventura” e “l’eclisi”. È  una storia d’amor eimpossibile tra un cinico e per altro cafone agente di borsa Pietro uno dei migliori ruoli di Alani Delone con tutto il suo fascino sinistro +e Vittoria uan figlia della borghesia bene con una madre divertente e autoritaria interpreta da lidia Brignone. Tutto sembra funzionare alla perfezione dalla fotografia di Gianni di venarzo grandissimo interprete del bianco e nero al montaggio di Erlado di Roma e Monica Vitti sfonda lo schermo con la sua naturalezza nei paesaggi spetrali e geometrici di De Chiurico ma veri unici in quella che è Roma. Secondo me il film chiude quasi il neo realismo interni esterni di un’Italia che sta cambiando. La realtá è vera ma rappresentata ed è una realtà esteriore specchio dell’interno. Il rapporto si capvolgera con il capolavoro assoluto di Antonioni che è “Deserto Rosso” Questo è un film dove il passaggio psichico della protagonista una donna insoddisfatta Giuliana di un direttore industriale Ugo Carlo Chionetti perfetto  si trova suo malgrado insoddisfatta non si sa perché o per come e conosce un in geniere triestino che è Richard Harris. Il divo irlandese è trasformato in un personaggio normale quasi schiatto ma sempre erotico precisamente come Giuliano splendidamente fotografata da Carolo ponto e il montaggio di Eraldo da Roma divenne poesia da celluloide. Non il trasferimento della lirica sulla cinema ma il cinema con la sua poesia fatta di quotidianità e trascendenza. Abbiamo una serie di situazioni presentati da un personaggio femminile a volte depressa irritante ma anche viva allegra con una nostalgia nella scena dove racconta quello che è successo . Diviene un saggio di recitazione d’identificazione è purtroppo tutti gli altri seppure bellissimi film di Antognioni son s’avvicinano mai perché non hanno Monica. Tranne un’eccezione  Dopo questo film Monica  Vitti torna a rivestire i panni da attrice brillante in alcuni film riusciti benissimo come “Il disco Volante” di Tito Brass opera molto anarchoca a “la ragazza con la pistola” ma anche nel primo colossal tratto da un fumetto “Modestly Blaise la bellissima che uccide” per la regia scanzonata e anche inaspata di Joseph Losely. Questo film con scene surreali lo sbarco degli arabi da mezzi da sbarco è pieno di grandi attori come dirk Bogarde perfetto nel ruolo del vilain e Terence Stampun film che si rimpossessa sia dell’erotiso lontano anni luci dalla volgarità di molti altri prodotti e della vena canzonatoria popolare che vedremo ancora meglio espressa in “la Tosca “ di luigi magni. Con il vero Pasquino storico roamno de roma la vicenda sentimentale anticlericale e patriotica di Giacomo Puccini e la novella romantica  vine trasferita tra il popolo che lo ha reso. Non è una parodia ma un riportare nel suo giusto contesto storico un ‘opera di questo tipo e farlo al meglio. Tosca diviene la donna generosa popolana ma anche piú aristocratica degli aristocratici che si muove tra rivoluzionari da salotto come Cavoradorsi Proietti o Angiolotti Umberto Orsini terribili capi di polizia Scarpia un Gassman quasi satanico ma non per questo meno divertente e un grande monsignore che è la stessa romanità in Aldo Fabrizi. Le musiche di Tovajoli, la fotografia di Franco di giacomo e il montaggio di Ruggiero Mastroianni fanno di questo lavoro un film popolare e finissimo ancora più vero grazie A Monica Vitti eroina per sbaglio , assassina e suicida nel nome dell’amore. Un’opera eccellente che mi permette di aprire la parte finale che è il sodalizio di Monica Vitti con alberto Albertone Sordi. Anche lui come lei d’estrazione borghese riuscirono a mettere a nudo le aspirazioni nel ridicolo in Io so che tu sai che lei sa dove Sordi si mostra anche un regista finissimo con uan fotografia bellissima si Sergio D’ofizzi a nel 1982 anno magico quando la nazionale italien vinse il primo mondiale   democratico e “polvere di Stelle” dove Sordi intepreta un capocomico Mimmo e la Viti al soubrete dea che si muovono in uan fotografia di Francesco Di Giacomo coadiuvata dal montaggio Raimondo Crociani che ricorda la calligrafia dei telefoni bainchi ma anche la brutalità impregnata di lirica  del Neo realismo di Roselini e De Sica. Ho ricordato personaggi borghesi ma Monica vita fu anche in grado d’intretare un personaggio veramente popolare del sotto proletariato in “Dramma della gelosia particolari della cronaca2 di Ettore Scola film bellissimo con la fotografia di Cralo Di Palma e il montaggio di Alberto Gallitti dove Adelaide Ciaffrocchi famme fatale suo malgrado e contesa tra un Marcello mastroani sognatore disiluso è un Ginacarlo Giannini dolce e poetico. Un film bello come una fara di Pierot nel tetaro dei founaboul Proprio a Parigi Monica Viti in Il fantasma della libertá un film stupendo di Bunule e ritornerá con Antonioni in un film che ricorda l’opera di Freud Il mistero di Oberwarld dove interpreta una regina. Per finire non comprendo come mai registi come Fellini , Pasolini e Cavani non abbiamo deciso di utilizzarla un saluto ciao Monica

Robert Fogelberg Rota