Il migliore Magni
Scipione l’Africano come non l’avete maivisto
Woddy Strode e Marcello Mastroiani due giganti e Gassman il terzo in comodo
Titolo Scipione detto anche l’Africano
Regia Luigi Magni
Interpreti Marcello Mastroiandi , Vittorio Gassman Silvana Mangano..
Voto capolavoro
Luigi Magni che ho avuto la fortuna di conoscere é stato uno dei migliori registi italiani che in un contesto di commedia ha saputo anche fare cinema d’autore e soprattutto cinema impegnato che vuole cercare di criticare e migliorare la società
Cinema che tratta di argomenti difficili che vuole criticare la società come questa é . Quasi tutti i suoi film sono come noto storici e secondo me il migliore é proprio questo “Scipione detto anche l’Africano” dove vengono trattate alcune tematiche, discusse e soprattutto messe a nudo ovvero come il potere e quanto questi corrompa (quando con soldi o altro rovini una persona o un qualcosa e lo rendi sporco brutto) e rovini l’individuo . La fotografia é semplice molto tenue nelle sue luci e forse Silvana Magnano non é mai stata così bella decisa e indipendente in un ruolo da nobildonna però come incarna una caratteristica ,che lo storico dell’arte novecentesco tedesco Simmel, chiamava lo spirito del tempo ovvero la ruvidezza che era tipica del periodo repubblicano di Roma. Chi é la rivelazione di questo film con una recitazione molto naturale semplice quasi da modello bersonina (un attore come mero recitatore di alcune battute ) é il caro Ruggero Mastroianni montatore fratello del più noto Marcello, che interpreta uno sconosciuto Scipione detto anche l’Asiatico. Ruggero é anche il montatore di questo film. È una vittima o é un corrotto, il film non risponde a questo quesito . Lo vediamo in parti tragiche ma anche comiche come quando mangia con gli schiavi contenti di essere schiavi perché hanno da nutrissi e arriveranno a rifiutare la libertà . I colori quasi da pastello la presenza di schiavi e legionari fanno sembrare l’opera di Magni non tanto una parodia ma come il rovescio della medaglia di uno dei più epici film dedicati all’antica Roma “Spartacus” di Stanley Kubrick e idealmente il ruolo di Masiniella (re numico quindi nord africano alleato prima dei cartaginesi e poi dei romani) interpretato dall’ottimo Woddy Strode sembra rendere questa tesi verosimile .Il massiccio numidico che arriva spiazzandoci con una divisione di cavalleria e sia comico che epico , Il fisico imponete felino che si muove come si muoveva nel ruolo reziario che combatteva Spartacus; sembra disagio a in tempo di pace tra gli intrighi del senato questo é aumentato anche con il lavoro di doppiaggio super romanesco caricato di Renzo Montagnardi. Lavorando in quella che era la super produzione di film presente a Cinecittà tra 1950 e 1980, Magni doveva usare il dopiaggio ma lo faceva come mi raccontava con cura starordinaria ripetendo ricreando il personaggio. Masiniella che ha un passato tenebroso diventa un elemento di disturbo una tigre tra tanti soriani domestici che sono gli schiavi un tempo fieri guerrieri che combatterono i romani quasi fino alla mortema anche i legionari fiaccati dalla pace e anche lo stesso Scipione. Masiniella é la coscienza di Scipione L’africano che con modo di fare molto “romanesco” li ricorda che é circondato di “mignotte” e parassiti quando arriva di notte durante un banchetto dove si discute anche di filosofia. L’uomo che al pari di Wellington contro Napoleone I Bonaparte riusci a sconfiggere il generale più famoso della Storia Annibale, é un personaggio stanco dissinluso con gravi problemi coniugali ma anche con un’ ironia che gli premete di sopravvivere. Ha truffato o non ha depredato gli alleati o i popoli conquistati quindi depredando Roma o é stato l’eroe senza macchia e senza paura. Una delle scene più belle é quella dove li viene tributata una statu e poi vine abbattuta questo grazie a Catone Il Vecchio . Personaggio severo legato ancora ai vecchi costumi quindi alla barba che sta quasi per radersi disilluso é sopratutto scocciato da tutto. Il personaggio più che con il moralista nostalgico e arcinio ricorda una satanasso o meglio un satiro ma educato . Vive con la madre é sotto scorta da quello che é una guardia mal sistemata l’idea centrale della figura e il trovarsi sempre e comunque in una posizione che é quella della retroguradia che vuole tappare le ali a tutti . Quindi deve per forza essere nemico dell’uomo più popolare. Roma era una repubblica che non è tale ma un oligarchia che prende tutto dalle altre civiltà etruschi o greci dir si voglia che parlamenta s’incontra e anche male nel foro che ama i gesti teatrali. Forse Catone é invidioso o meglio non capisce quello che sucede la nuova cultura e le nuove idee. È anche cortese e il ruolo illumina alla perfezioen ancora più che per Mastroianni quelle che son le novitá che arrivano verso un niovo mondo sostanzialmente diverso. È un p’ lo stesso problma di Scipione ma anche del maschio italiano negli anni settanta anni del secolo passato ricco di molti e notevoli cambiamenti dati da una nuova società e il genio di Magni e il fargli notare in un contesto storico in quello dell’antica Roma. L’utilizzo di rovine é sia per dare una dimostrazione che ci troviamo in questo periodo storico ma anche di qualcosa di molto diverso del ricreare in questi giochi di potere quello che era il cinema di Roma antica i bassorilievi. Questo si vede in tutte le figure dai grande Scipione l’africano e catone passando dalle donne sensuali , curatissime e bellissime Livia in testa ma anche le popolane interessate a Scipione l’Africano non come persona ma come Simbolo. Un simbolo quello del condottiero che si vede bene nell’elmo che prima vediamo sulla testa della figlia del condottiero e poi sulla sua quando si autoaccusa davanti al senato. Questo gesto teatrale molto caricato in realtà vorrebbe anche significare l’amore per la repubblica per Roma come entità quasi divina. Roma che é madre pr tutti non come Lavinia madre severa che sgrida la figli in continuazione o la rassegnata madre di catone ma distante Astrata vero fato. Si perché in un mondo arcaico ma vivo qui ancora la presenza dei colori tenui e non eccessivi quello che ha l’uomo di diverso da quello moderno é la presenza del sacro inteso come divinità. Quindi al pari di quello che sarò il Scipione che ricordiamo ormai é calvo e stanco è solito parlare con Giove capitolino per i romani divinis massima presentato da Turi ferro che informa Scipione l’africano di tutto quello che succederà dopo di lui. Il ruolo é quello che veniva di solito presentato dal coro greco che era ricordiamo un elemento più che centrale durante la tragedia greca. Ma in questo caso in una civiltà che come ricorda Catone deve per forza essere composta anche questo diviene quasi leggermente divertente e comico come la figa del dimenticato Scipione l’Emiliano. Un film da vedere e rivedere
Robert Fogelberg Ro