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Natale in casa Cuppiello

U natale

Tini la faccia della miseria

Titolo Natale in casa Cupiello

Regia Edmondo De Angelis

Interpreti Sergio Castellitto pIna Turco

Distribuzione RAI

Voto A

“Natale in casa Cupiello è uno dei testi piú importanti del teatro italiano del 1900 scritto nel 1931 da Edoardo De Filippo che io ricordo soprattutto nel ruolo del padre di Alberto Sordi in “Tutti a casa” una maschera straordinaria e uomo intelligentissimo che continua a indagare e fare scoprire vizzi italiani che sono anche universali . Questo testo in anno che per me è bruttissimo con la morte di mio papà uno dei miei attori preferiti Sergio Catsellitto che è anche stato il primo che ho visto a tetaro come Jean nobiltà uan bellissima messa in scena di Edmondo De Angelsi. Non mi concentrerò sul testo che non ho letto ma sulla messa in scena La fotografia di Ferran Paredes Rubio +e stupenda come il montaggio dello stesso in un ‘opera di tetaro televisivo che per me resta una delle più potenti dopo la mitica “Locandiera” di Carla Gravina per la regia di Corbucci. Cos é un opera di teatro televisivo non è il filmare dalla scena ma adattare i testo e soprattutto una regia una interpretazione che è messa in risalto con una serie di primi piani e una certa ambientazione tra quello che è la natività il presepe e quella che è la situazione attuale. La mesa in scena inizia con gli zampognari. Qui vediamo coem il montaggio lavora in una maniera stupenda e tutta l’abilitá di Lorenzo Peluso. Un montaggio rapido ma morbido che poco a poco ci fa capire l’ide adel tempo che è passato  Questi non sono importanti ma fondamentali perché sono quegli che legano al passato all’Italia che è stata e il fatto di non sentirli mi mette malinconia. Ma attenzione non c’è nienet né di bello e né di romantico in loro e nella neve che sembra imbiancare una certa Napoli sonnolenta sono in realtà all’inizio simili ai fnati del Craso agli alpini della ritirata di Russia e perché no agli italini morti per le leucemie in Kosovo uniche vere vittime con i civili serbi e albanesi di una guerra assurda. Questo speiga anche l’ambientazione di questo dramma tra anni Quarta e Anni Cinquanta in una casa piccolo borghese. Quello che vuole essere presentato sono gli sconfitti il Sud Italia che ha ricordiamo una particolarità di essere stato sconfitto da un ‘unità d’Italia che forse lo fece rinchiudersi. A prima vista luca Cuppiello svegliato da dalla moglie Concetta è uno dei tanti brontolii del teatro tradizionale italiano dedicato alla borghesia e qui cito i Rusteghi di Carlo Goldoni e il Ser Todero dello stesso autore ma con un’importante differenza lo studio della psicologia di quello che sembra un padre padrone arrabbiato con la moglie e il figlio ma con un'altra realtà. Un uomo che cerca un difficile equilibrio con un figlio che rifiuta la vita borghese un fratello che vuole giocare e una donna che forse non ama più. L’appartamento dei Cuppiello non sarebbe neanche brutto ma è impersonale ha i muri consumati dalla guerra da tante avventure e disavventure. Il ruolo che penso fu di Edoardo diviene il ruolo di Catsellito che come noto ha origini molisane e mano conquista il napoletano anche se italianizzato. Un napoletano borghese e vediamo un rapporto molto conflittuale con il figlio Tomassimo interpretato da Adrian Pantaleo che è un veterano del cinema italiano in opere come “Io speriamo che me la cavo)”. Il padre è contradittorio da posizioni molto severe nei confronti del figlio a posizioni più morbide e la recitazione di Adriano Pantaleo è forse il contrario di quella di Castellitto più caricata più fisica tendete anche al melodramma. C’è un oggetto che per me è strettamente collegato con Tomassino una statuetta di Pulcinella. Il passato della famiglia dei Cuppiello e dei pulcinella è sempre stato glorioso ma adesso sembra essere caduto è questo quello che accadeva una persona che rifiuta il presepe e l’onestà. Proprio come il  tanto amato e odiato zio Pasquale malato di tisi forse che ha il volto di Toni Laudadio. Siamo in una situazione quella di due uomini senza lavora ma anche senza speranze che ricorda molti dei film di Totò e Pepino ma senza il fatto di aver almeno vissuto. L’episodio della lettera alla madre fa vedere tutto l’abbrutimento ma quando i tre si presentano come re magi l’allegria e vera. La recitazione di Concetta interpretata da Marina Confalone e diversa. È una donna molto sciupata che ha avuto si un grande amore per Don Luca ma che ormai l’ha perso e ha diversi problemi a barcamenarsi con una gioventù che ha altri ideali. Come Vittorio Elia interpretato da Alessio Lapiceche che è l’uomo nuovo elegante. È un napoletano “moderno” con la famiglia a Milano forse giocatore di calcio uomo gentile e tranquillo una forza e non è troppo diverso da Nicola interpretato da Antonio Milo che non è solo un personaggio negativo  nel potere del denaro ma anche indurito dalla vita e sinceramente innamorato di Ninuccia che ha ila bellezza senza tempo di Pina Turco. Assomiglia a attrici del cinema italiano di quel periodo come Ywon Sanson ma anche alla prima Brigitte Bardot con una sessualità inconsapevole come quella della prima Brigitte Bardot. Il dramma di una situazione marito che per giunta non è un mostro e amante che è sinceramente innamorato e contraccambiato sotto lo stesso tetto potrebbe essere molto comica ma è anche drammatica ma solo qui con la decadenza della tradizione diventa tragedia e una tragedia greca vera partenopea o greca. Vediamo il coro dei vicini e il messo il medico interpretato da Andrea Rizzi con una dizione molto precisa che fa notare qualcosa di profondamente diverso il fatto che questa società oramai cadrà. Peró il presepe e l’amore l’unica vera tradizione. Un film da vedere e rivedere e spero che de Angelis e Castellitto si possano dedicare a molti altri saggi sul teatro italiano anche con opere meno conosciute di Alfieri  Goldoni e altri ancora

 

Robert Fogelberg Rota