Uno dei maestri del cinema italiano

Conferenza con Domenico Starnone

Questa è la trascrizione di un incontro presso l’istituto di cultura italiano con Domenico Starnone

Benvenuti all’istituto di cultura italiana di Stoccolma. La 17 esima edizione di questa. Tutto è stato creato dal ministero degli affari esteri nel 2001. la lingua è anche parlare della cultura italiana e promuovere anche altri aspetti del paese. Il tema di quest’anno è l’italiano nel cinema.  Il programma parte da questo entriamo nel vivo del tema oggi è presente Domenico Stranone invitato con il dipartimento d’italianistica e il letterature di Valeria è considerato il più importante scrittore italiano originale e particolari. Occupa un posto di reilevo ha un percorso professionale molto ricco. È un autore puri premiato fino a uno degli ultimi un premio per “Arce” ha collaborato con il Corriera, Repubblica, Unitá e manifesto. Anche con Tango e cuore. È stto insegnate e da qui sono nati alcuni dei sui testi “Fuori registo” “Sotto banco”. Il tutto è disponibile in biblioteca L’Ultimo testo è “scherzetto” Stranone parlerà non solo della sua scrittura letteraria ma anche su quella di sceneggiatore con una ventina di titoli. È un autore di soggetti e sceneggiature . Vedi Denti di Salvatores. C’è una costante collaborazione con Milani, Sergio Rubini . Michelel Placido, Danile Luchetti e molte fiction s’ispirano – L’italiano dalla pagina allo scherma. Virginia Piombo ha dato uan grande attenzione a quello che ha fato. Questa sera parlerò della mia scoperta del cinema da bimbo e come questa mi ha sia segnato che ispirato . La pagina scritta che ´è finalizzata a fare un film con finalità diverse. È nato a Napoli nel 1943 una data fondamentale . La mia famiglia parlava solo in napoletano mio papà era un ferroviere e un artista. Dipingeva moltissimo eravamo molti fratelli mia mamma era sarta. Con la nonna e i miei genitori abitavamo in due stanze l’ordine era prendete i bimbi e portateli al cinema. Il film andava visto più e più volte. Entravamo alle 4 del pomeriggio fino ale 22. I fratellini giocavano. L’autore vedeva il film per tutto il tempo. Poteva accadere che i miei genitori decidessero di andare la cinema. Ho imparato il mondo attraverso il cinema. Il mondo dentro il cinema pieno di fumo dava una vita migliore di quella di fuori. Tra i nove e dieci anni ´nacque anche la passione per il leggere. Per un ambiente napoletano il cinema era l’urto violento con l’atra lingua. Per un lunghissimo tempo pensavo che ero incantato da “la cravana dei mormoni” o meglio dei mormonni sono le emozioni dell’infanzia cinema e un passa l’italiano. La pagina scritta dei libri per ragazzi. Al cinema arrivavo a un linguaggio che non esisteva nel dialetto. A una persona si dice “Ti voglio bene” in dialetto l’espressione “io ti amo” l’abbiamo imparata al cinema non aveva una carica emotiva. Il passaggio non è stato da poco. La pagina scritta non è di uso comune. Il cinema la letteratura era più bello e più attraente per quando si parla della fien dei dialetti la lingua è stata trasformata ed è venuta come una lingua media. Si era poveri uno si amalo e mio papà comprò un proiettore. Tra lo stupore generale noi avevamo il cinema in casa. Mio papà comprò anche una cinepresa alla fine del 1950. Noi ci vedevamo sullo schermo. C’era il proiettore e la macchina da presa. Dipingeva il titolo e la parola fine. Oggi la parola fine è e Tened come dicevano noi a Napolispariva. Quando questo appariva iniziava il dolore. Nel 1950 si poteva entrare solo quando si voleva. Oggi è così si vede un film fin dall’inizio. Io sono segretamente convinto che poter entrare in un qualsiasi momento era un grande esercizio d’intelligenza. Era uno sforzo e esercizio intellettuale. Rivediamo l’assassino come s’arriva. Si poteva chiedere al vicino in napoletano “chi isso” chi è il protagonista a chi mi devo affezionare chi devo avere paura e chi è la ragazza del quale s’innamora. Questo da un ‘idea del cinema per esercitare intelligenza e socialità. Una cosa è lo scrivere un racconto l’altra e scrivere un soggetto o una sceneggiatura. Chi scrive per cinema si dice io faccio film . Ci sono differenze importanti. Quando si scrive un rapporto si è soli abbiamo la responsabilità dell’intera pagina. Tutto quello che facciamo s’esaurisce nella parola. Solo sulla lingua italiana scrittanon diamo conto a nessuno solo al pubblico ipotetico non dipende neanche dal suo editore e dal corettore. L’editor come si chiama si può o no rifiutare. Questo è del tutto autonomo. Tutto gli appartiene. Nel cinema le cose cambiano. L’idea in Italia non è sua viene da un romanzo da un racconto l’idea è venuta da un ‘altra persona. Lo scrivere non dipende solo da chi fa la sceneggiatura. Lo scrittore è solo oggi abbiamo l’invito da qualcuno. Solo pochi sceneggiatori gli sceneggiatori sono diversi s’incontrano e diventano amici come quando si faceva il servizio militare si raccontano seduta dietro seduta il film è frutto di molte persone. Ci si divide i compiti si fanno delle idee. Un film si realizza solo se c’è un regista , questo è il vero autore del film la scrittura sarà in subordine. Questi vuole essere presente il produttore mette i soldi e questi vuole a scadenze fisse sapere a che punto siete. Solo quando si consegna il produttore ha i suoi lettori. Si lavora poi ai diversi cambiamentiLa letteratura è autonoma dall’altro un uso della scrittura che non ha autonomia . è un lavoro di gruppo. Il lavoro del cinema è un qualcosa di duro che fatte per soldi o per un amore sconfinato per il cinema. Un’altra cosa lo sceneggiatore è fondamentale quando si scrive siamo i primi a vedere il film. Non si vedono i dettagli però vediamo un cavallo o quello che scriviamo. Siamo coinvolti anche visivamente. Il regista ama gli sceneggiatori. Gli chiama alla fine la cosa migliore e che vi ammalate e finite fuori dal loro film. Si dirá sempre è solo il mio film. Il prodotto finito è il racconto questo è il primo gradino. Il racconto deve oggettivamente morire. La sceneggiatura deve sparire per il racconto per immagini. Al cinema deve accadere che siete risucchiati dentro lo schermo. La punteggiatura sparisce c’è un urlo è basta. Questa sará assorbita dal film. Se lo sentiamo è un problema con il sentire la scrittura. La battuta sfocia nelle parole dell’attore. Se diciamo Brad Pit parlaimo non di lui no ma sul suo personaggio che dice sullo schermo. Anche l’attore fa sempre delle parti che noi amiamo ci piacciono per le battute che pronunciano. “sto toccando il fondo è il fondo sono io” si sposta la parola e significa toccare me. È ottimamente scritta guarda quello che bel pensiero che ha tirato fuori. Il cinema è la costruzione di molte intelligenze in una storia che funziona o no.  Quando si trasforma un’opera letteraria i tormenti sono super grossi. Nessun libro passa mai per un racconto per immagini o un film terribile o uno super più bello partito da un pessimo libro. Ho fatto uan sceneggitura di Luigi Meengello che scrisse dei bei libri lingua e dialetto veneto “Libera non amano” Il paese si parla e Amano. Pensate cosa vuole dire fare un film su questo la scrittura letteraria è una cosa il cinema è un ‘altra cosa. Da un libro facciamo quel poco che esce la suola. Un altro libro di Meneghello o italiano e dialetto veneto. L’idea era di prendere un film che deve arrivare a grandi masse. Si cercano centinaia di miglia di persone. Si fanno film per milioni di persone. Il libro perde sempre più consistenza . Trovare gli attori si tratta quando noi leggiamo Anna Karenina per quando ci dicecome è fatta sono tante quanti sono i lettori. Pensa a Cara Devigne vediamo e no vediamo. Noi prendiamo se siamo Joe White keira Knightley. Noi facciamo un passo indietro. Noi non lo abbiamo letto e il film ci appassiona leggiamo e vediamo l’attore per me lo stesso con trono di spade. Meglio vederlo al cinema che non vederlo proprio. Questo è il meno di quello che abbiamo letto. Per quello che riguarda le nuove tecnologie penso che hanno un ‘ottima funzione quella di semplificare il lavoro. La scrittura per il cinema non è cambiata molto con il digitale. Mi ricordo come quando ero giovane si considerasse la penna a sfera qualcosa di pessimo perché impediva la bella calligrafia (che a torto si riteneva necessaria pe ril poter scrivere bene) e mi si raccomandava di non utilizzarla mai per un concorso. Penso che tutte le evoluzioni ci danno delle nuove possibilità.  . Tutte le istituzioni si sentono più o meno attaccate. . Perché l’ho sottigliano sono righe classiche il personaggio è stato parte di questo non sa neanche più perché l’ha letto. Il dialetto quanto è rimasto dentro come suoni. Un napoletano che è ricco di suoni. Shakespeare e i suoi testi duravano al massimo due ore si seguiva il racconto attraverso i suoni delle parole. Mi chiedo se tutte queste lingue aumentano le percezioni sensoriali che sono maggiori. Si legge dall’esterno e all’interno. Sono due modi diversi di godere di due cose diverse. È più sul montaggio è una questione di vita quotidiana si deposita nella sua memoria i suoni per mia esperienza dopo 22 anni me ne sono andato via era ironico come beni e celati non c’era niente perché dicessi io sono napoletano scrittore di area padana. L’ironia era di tipo padano Napoli non esisteva nella mia arte. Poi ho recuperato Napoli che ha fatto venire su tutti quei problemi che mi hanno cercato di togliere con la scuola . è anche interessante per me vedere come la mia infanzia ritorna nella mia opera.

 

Robert Fogelberg Rota