Un testo sul medioevo

Un manuale di gran classe

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Da Rollo a Giovanna d’Arco  987 -1460

Sembrerà ai più molto strano e anche arrogante da parte mia che non sono uno storico titolato fare una recezione di uno dei saggi più importanti della storiografia (la scienza di come si scrive la storia) mondiale e di farlo in questo libro molto spetaccolare. Cercheró di individuare quello che può dare a una persona particolaremente interessata anche alla cultura “popolare” attuale a quello che amiamo oggi.. Mi dedicherò unicamente al l’edizione di Geirges Dubt “Il medioevo da Ugo Capetto a Giovanna d’arco” nel edizione che il grande editore laterza ha pubblicato per la traduzione di Giorgio Viano Marogna nel 1987 . L’ho letto una volta non studiato e lo trovato molto interessante in alcune parti avvincente. Ho letto il libro in un mese tutto di un fiato ma si possono leggere alcuni capitoli. La mia recezione vorrebbe spiegare per quale motivo la lettura di questo testo è importnate per chi fa parte del gruppo Medioevo e quello che puó dare a appassionati , rievocatori e storici sperimentali. Non è un testo facile ma è molto ben scritto e lineale e studia l’evoluzione politica di un organismo che è la monarchia francese o meglio come i Capetingi prima e i Valois prima fondano un apparato statale moderno e di come si passa dalla terra agli schiavi a quello che è il denaro come testimonianza di un potere di quello che un altro studioso francese Pierre Bourdier nomina come il capitale sociale. Duby non scrive un testo facile ma un testo bello e lineale che fin dall’inzio si concentra in un area geografica molto precisa la Francia continentale la parte dell’impero Carolingio che poteremo grosso modo far comprendere con l’attuale territorio francese. A pagian 406 c’è un qualcosa che confesso mi ha sorpreso quando si parla di balestieri corsi e non genovesi ma forse poteva essere che chi gli avesse reclutati o comunque fosse veramente proveniente dalla Corsia oppure Duby vuole solo scrivere sulla Francia e sui francesi e quando si riferisce a altri popoli si riferisce più che altro a alcune popolazioni straordinariamente limitrofe come la catatonia e i paesi fiamminghi 8mancano totalmente i regni Cristiani crocaiti l’impero latino d’orienet e il regno di Napoli o meglio vengono appena accenati)  di i cui  tessitori armati di lunghi coltelli come briganti massacrano la cavalleria francese tra i fossati. Duby è preciso nella cronologia che è fondamentale mentre io non lo sono perché voglio scrivere soprattutto sulle mie impressioni. Le fonti sono sporadiche all’inzio ma oltre ai documenti Duby usa moltissimo quello che è la fonte in pietra le cattedrali (oggi la più bella aime Norte Dame è in rovina ) e ha il vantaggio di essere critico. I cambiamenti della vicenda la riforma dei monaci cisterstensi che si vedono come purificatori di un ‘umanità è importantissima e l’opera di intronamento della fede. Ricordo i franchi si convertono da subito al cattolicesimo e lo impongono anche nella vicina Germania e si difendono dai vichinghi. Qui  entra i scena Rollo e possiamo iniziare a citare il mio primo film al serie televisiva Vikings. Non intendo discutere se è o non è storica ma vorrei fare notare che i film è un ‘opera d’arte intrattenimento dove si cerca di entrate nella mentalità del tempo ma dando soprattutto  emozioni che cercano di ricordar eun mondo è Rollo per me stupendamente interpretata da decide perché oppresso dal fratello e incontra una principessa Gisela che gli fa rispolverare l’amore di convertirsi e fonda la Normandia . non intendo andare troppo nello specifico ma trovo tutto rappresentato molto bene in una maniera molto completa anche se forse focalizzato solo su un individuo anche con scene troppo comiche.  Rollo o Rollone è solo nominato ma l’informazione data a priorida Duby e che la l’opera di Rollo è quella di fondare un balurado contro altri vichinghi  ei suoi  discendenti si imposessano dei quella che è l’Inghilterra   Da qui il re d’Inghilterra e tutte le difficoltà che ne derivano perché è sia vassalla ma s’impone contro i francesi. La posizione del Mezzogiorno è diversa per usi ancora influenzati dal diritto romano è un altro tipo di nobiltà l’idea della cortesia. Qui abbiamo per me una delle parti più importanti che racconta quella che è la crociata contro gli albigesi. In tutto il testo di Duby dievene fondamentale per capire un passaggio da un struttura piu che altro di tipo dinastico a una struttura che se non é subito statale potremo anche definire come para statale dove le cittá che crescono sopratutto parigi e Duby specifica parecchio l’universitá di parigi e la sua posizione centrale in tutta la cristainitá. Il mezzogiorno vuole anche dire l’eresia dei catari o albigesi repressa in modo molto forte che Duby esamina in uan maniera che é molto obbietiva come una nuova religione abastanza flebile che raccolie molto di un certo mancoltento un certo tipo di eresia o pensiero eterodoso e apre a un argomento che é la storia di genere. Il credo eterodosso trova terra fertile nelle terre del sud anche per la presenza di donne particolarmente forti che la chiesa non aveva saputo soddisfare. Questa parte del libro e particolaremente bella forte e appasionate come anche il ritratto a tutto tonto di San Luigi e di filippo il Bello. Il primo con l’ansia di giustizia di devozione di sovrano pio (i fanns di George Martin potrano notare come ricordi Baleont il Snato nominato nelle “Cronache di Ghiaccio e Fuoco) ma anche di come questi fonda ancora di più che Filippo Augusto il ruolo sacrale della monarchia francese. È un ritato molto pieno ricco di fatti che ne mettono in luce la complessità come prima quello  di luigi VII il giovane marito di primo letto della celebre Eleonora d’Aquitania e padre di Filippo Augusto Filippo II Augusto con la grande vittoria ottenuta a Bouvines contro Ottone IV di Brunswick. Duby descrive questo scontro i termini epici uan battaglia che avvien di domaica dove anche se contro il Sacro Romano imperatore ma non voluto dal Papa lo scontro tra un re cristianissimo e un personaggio diabolico, questo nell’opera di propaganda dopo la battaglia . la parte che mi ha colpito di più è quella dedicata a Filippo il bello primo re dei francesi per grazia divina ma re zitto il cui regno è macchiato dalla fine dei templari qualcosa che viene descritta per sommi capi come inevitabile ma anche re “burocrate” e re di grande coraggio capace di menare gran colpi di ascia (suppongo una scure d’alcione ai fiamminghi ) un immagine portentosa come anche lo scandalo di adulterio e l’arrivo dei più raffinati Valois che iniziano una socirtá di corte. Filippo il bello è un personaggio che meriterebbe una serie anche perché ha parzialmente fondato molti degli usi dei monarchi francesi. Il libro si chiude con Giovanna d’Arco. Duby galoppa per la guerra dei cent’anni e presenta questo miracolo della prima volta che il re sente la voce del popolo. È anche la prima donna che diviene fondamentale per la storia agendo in un ambito quello militare e sembra anche se il risultato non fu felicissimo che il buon luc Bersson e milla Jonic abbiamo letto il libro prenotando uan ragazza popolare la prima che fa udire al re francese la voce del popolo  che senza nessuna istruzione devota ma anche attacata a un mondo pre cristiano si butta a capofitto e fa il passo più lungo della gamba. È anche importante perché ci permette di entrare in un discorso di tipo storiografico. Catturata dai borgognoni poi processata dagli inglesi e brucata , riavluta e oggetto sia di un culto popolare e scernita dagli illuministi primo tra tutti Voltarire sarà rivalutata  dal Romanticismo e dopo questo e solo nel 1920 che diviene simbolo della Francia dopo la seconda guerra mondiale. Invito tutti a dedicare qualche ora per la lettura di questo bellissimo testo.

Robert Fogelberg Rota

La Samp é sfotunata e Massa non usa il Var

La peggiore Samp della stagione è vicinissima al pareggio con un ottima Lazio

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Qui scrivo da tifoso è la sconfitta di oggi con la squadra più subdola di tutta la serie A con un arnese come un certo presidente che rappresenta il peggio di una certa mentalità italiana non può che farmi male. Ma una cosa è poco ma sicura la Lazio che gioca l’antitesi di un calcio spettorarle e positivo è una delle squadre più tecniche e agonistiche d’Europa. Beppe Reina autore di molte parate è una vecchia volpe oltre uomo d’ottima esperienza, Corea ex blucerchiato per me è forse solo secondo a Messi in Argentino Sergey Milinkovic Savic è un giocatore stupendo tutto face un Frank Rejkard più tecnico e luis Alberto è il migliore giocatore spagnolo attualmente in circolazione l’unico che si muove in cerchio e ricorda un maestro di destrezza,. Acerbi è un difensore roccioso e aggiungiamo anche immobile. Oggi immobile non ha segnato ma è stato autore di una partita stupenda capace di lottare e sacrificarsi e non riesco a capire come mai Cajcedo sia tenuto sempre in pancina. Questa squadra che presto giocherà contro il club dell’élite finanziaria il Bayer monaco la partita della sua vita ricorda tre squadre  che negli anni ottanta vinsero la Champion leauge la Steaua, il porto e il PSV Eindhoven. Squadre che non sono spettacolari ma che non sbagliano che partono in ripartita e costringono l’avversario a giocare come vuole a essere alla merce del gioco nervoso e scorretto imposto dai capitolini. Una Samp che nonostante l’esperienza il gioco piacevolissimo di Rainieri non riesce a fare la partita che vuole e patisce la mancanza di Thorsby giocatore fondamentale. La Samp capitola molto probabilmente per un autogoal di Yoshida che è il giocatore più tecnico più interessante di una difesa dove manca l’esperienza e la tecnica di Beresynski (entra troppo tardi è non è incisivo coem al solito) che entra a partita giá iniziata . Colley gioca bene ma mostra limiti e solo Audero riesce troppe volte a mettere una pezza. Ferrari dimostra di essere un giocatore non da Serie A secondo me più attato a stare all’Entella sul golfo del Tiguglio che alla Samp e dà il meglio in attacco un qualcosa che obliga l’uomo di maggior classe della Samp il caro Augelo a giocare molto in difesa e lo priva dei cross. Purtroppo Augello è nella peggior giornata della sua carriera e lo stesso vale per Ekldal che non azzecca una palla e Quagliarella sbaglia dei goal già fatti. Evidentemente e in giornata no e Toregrossa si Piú complicato è il discorso su Candreva che appare legnoso ma reisce a portare notevoli pericoli soprattutto sui cross. Il discorso su Baldè è più complicato. Gioca un’ ottima partita ma sbaglia molto o meglio è straordinariamente sfortunato il che lo mette toppo nei problemi . Lo stesso vale per un Ramirez tartassato oltre ogni limite dalla difesa della Lazio e non solo.  Silva è un giocatore complicato che rischia l’espulsione in diverse occasioni e  funziona solo in fase di rottura. Stranissimo che mente Ekdal oggi per niente bravo ma al solito altro tipo di giocatore che ha ricordiamo alcuni limiti caratteriali lo dimostrano sicuramente i goal sbagagliati al milan quest a’nno  e con la nazionale svedese ai danni della Svizzera nei mondiali in Russia che gli impedirono una dopieatte ae segnar euna rete in un mondiale gioca secondo me troppo indietro. Visto la giornata non sarebbe satto meglio dare spazio a un latro vichingo Askilsen norvegese molto poco impiegato? Janko entra lotta e fa e lo stesso Toregrossa ma chi fa cambiare la musica e Damsgaard. È un giocatore stupendo un artista e non concordo con lui con i suoi due paargoni Miachael ladrup giocatore ottimo si ma sotto quello che è il vero “padre “ di damsagaard Alan Simonsen . Questi fu una dei migliori giocatori dal punto di vista tecnico che portò il Borussia Mönchengledbach a prendere dei risultati mai sperati primain un ambito modesta, sostituito solo da un certo Diego Armando Maradona al Barcellona e non usato dala squadra più inconcludente della storia la Danimarca di step Pontek. Damsgaard è giá più forte di queste. Il secondo punto d’ispirazione per herr Damsgaard è Rgnar Lögbrok ma per me ha poco dell’anarchia del personaggio e ricorda molto di più Ivan Senz’ossa con la stessa mente lucida e startegiaca. Damsgaard mette diverse palle e se l’arbitro Massa avesse controlato il var la Samp avrebbe avuto non uno ma ben due rigori. Lo so caro lettore dirai ti scaldi e cosa speri. Spereri di vedere la Samp in Uefa perché Claudio Ranieri merita questo e altro

Robert Fogelberg Rota

Quagliarella e Baldè regolano la Fiorentina

La vittoria più sofferta dell’era Ranieri

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Questa serie A senza pubblico regala delle emozioni particolari e delle sorprese che una squadra coem al Fiorentina capace di imporre il proprio gioco non sia piú alta in classifica Dragowski che sembra uscito dalal serie televisiva Viking oppure last Kindogom è un portiere che si può arrendere solo a due prodezze. Martinez , Pulga, Bonaventura e Kouamè sono giocatori ottimi e giocatori coem castrovilli che ha fatto un duello degno di una chanson de Gest contro Morten Thorsby è uno dei migliori di tutti i tempi. A questo si aggiunga il fatto che se avesse giocato senpre Callejon il miglior centrocampista francese dai tempi di Luis Suarez la Samp avrebbe preso forse un goleada. A questi s’aggiunga Vlaovich gioctaore che ha insieme le migliori doti di Van Basten e soprattutto di un certo Zlatan. Ma la Viola ha Prandelli un uomo che ha buttato via sia un mondiale che un europeo e non ha le idde chiare qualcosa che invece Sir Claudio Rainiei ha. Audero fa la partita della vita e fa quasi l’impossibile di salvare un goal di Valuvoc che però non riesce. Purtroppo mentre Bereszynski si dimostra come sempre molto solido non possiamo dire lo stesso di Augello che sembra l’ombra di se stesso. Colly e Yoshida si mostrano granitici registi della difesa bravi in rotura e impostazione mentre Adrien Silvia rimane un oggetto misterioso. Non ha né la visione di gioco o la capacità d’impostazione di Ekldal ma sicuramente Ranieri ha le sue ragioni per farlo inziare. Janko appare più opaco e patisce anche il fatto che l’arbitro fa fare un gioco molto maschio. Lo stesso viene patito da un Ramirez che è rinato e che in ben due occasioni viene buttato giù senza troppi complimenti dalla Viola. Damsgaard e tjorby lottano da eroi di una saga nordica e uno con la classe e l’altro con i polmoni arrivano i ben due occasioni vicino al goal ma manca ancora quel esperienza quella classe . Keita Balde e Keita balde che sembra sia nel goal ma soprattutto dopo in un lavoro da terzino classe potenza correttezza e un gioco super positivo. A me ricorda campioni come George Whea ma soprattutto Luca Vialli e ci sta dando delel soddisfazioni. Candreva gioca nella media e Quagliarella è usato benissimo e fa uno dei pi?u bei goal della sua carriera. Purtroppo leris si mostra come sempre giocatore lezioso e discontinuo oltre che egoista. Uan bella Samp che potrebbe fare benissimo in Europa ma che ha buttato via troppi punti ma che alla fine vince una partita bellissima

Robert Fogelberg Rota

Baldè si dimostra super

Una Samp strampalata pareggia a Benevento

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Questo articolo è forse il più polemico perché la Samp di oggi ha butato via due punti contro un ottima squadra il benevento che ha anche lui perso un occasione d’oro per raggiungere le coppe europe qualcosa che tutte due le squadre meriterebbero. Premto che entrambi gli alelnatori Pipo Inzaghi e Sir Claudio ranieri hanno sbagliato la partita cosa veramente starna perché il gioco espresso da tutti e due è un gioco molto bello molto classico il grnade gioco italiano sia spettacolare che difensivo che ha permesso agli azzurri di stravincere quatto campionati del mondo. Difficile dire che ha parato meglio se Montipó su Keita balde in ben due occasioni e anche in una su Torre grosa o Audero serveramnte impergnati da Lapadula e caprari giovani straordinari giocatori finalmente ben maturati sotto la guida di Inzagi come un Glick che sta avendo una seconda giovinezza o anche De paoli che sembra essere una latro giocatore quasi con un incantesimo. Resta peró incomprensibile come questi giocatori non riescano a coabitare con saru e di Serito  e onnipresente Isigne . La Samp patisce un Benevento molto aggressivo e le fondamenta della difesa dove Audero si dimostra sempre Audero il miglior portiere della serie A Colly giocatore di sostanza e Bereszynski combatte come i suo compatrioti cent’anni fa contro l’armata rossa. Gioca benissimo e lo stesso fa Augelo che però non riesce a trovare i cross mentre tonelli è fuori forma in giornata non coem per l’appunto anche Candreva però capace di sprazzi da campionissimo che vengono fermati da un gioco molto pesante. Lo stesso vale per thorsby che gioca benissimo ma non è incisivo come al solito e anche per un altro dei giocatori Adrian Silva che patisce la mancanza di Ekdal da notare che dopo la rete super spettacolare di caprari entra e prende in mano le redini della situazione come Damsagard che è la scommessa vincente. Janko è obbligato a una partite difensiva ma non è veloce a sufficienza e qui mi chiedo come mai Ranieri ha puntato su di lui e non su Verrè più incontrista oppure lasciare Candreva o anche Ramirez che ha sempre ottimi sprazzi di classe. La mosa di damsagard è satta la migliore ma contrariamente al solito la Samp ha giocato molto lunga qualcosa che piace ma non troppo a keita balde. Baldé è il vialli africano molto meglio di Eto giocatore che ricorda oltre il mitico Gianluca sempre di più Wean e Schaner austriaco che negli anni ottanta militava nel Cesena, Toriono e Avellino molto sfortunato come Baldè sotto porta. La partita di Toregrossa è una partita di sacrificio corsa e lotta e anche nobilita da un gola regolarissimo che è stato anulato e questo porta a un discorso tra il filosofico e lo psicologico. La Samp volenti o doelnti e cratura di Ferrerro che ha allestito una squadra niente male come fece l’anno che andamo i UEFA . Poi preso di manie di grandezza il Cassano si Cassano no la porto a prendere troppo alla leggera il Voivoda e la gestione Ginapoalo ebbe lo stesso difetto in molte partite. La samp sembra non crederci essere troppo insicura non raggiungere mia questo risultato che secondo me sarebbe fondamentale per ritornare in un grande giro. Sembra sbagliare perdere le partite scusate il termine hEMA 4 a 3. Ma ce la faremo ne sono sicuro

Robert Fogelberg Rota

Intervista a Ugo Nasi

 

Ugo Nasi la storia come thriller

Potresti presentarti per i lettori di Filmbasen?

Diciamo che la mia vita è un leggermente articolata e complicata ma vedrò di semplificarla al massimo. Un po' come faccio nella realizzazione dei miei “Corti” storici su YouTube. Sono un Avvocato di Milano con un’esperienza (seppur veloce) in Magistratura. Circa quattro anni fa, con mia moglie e mia figlia – che sta seguendo la facoltà di Giurisprudenza –, abbiamo deciso di trasferirci in Toscana per una serie di motivi di cui però il principale, legato alla necessità di mettere alle spalle smog, inquinamento acustico e lo stress della metropoli per una vita più a misura d’uomo. In Toscana appunto. Da appassionato di Thriller Storici nel frattempo avevo però già scritto un romanzo LE PAGINE PERDUTE. Il racconto parla del mistero legato al famoso Manoscritto Voynich, un libro medievale che gli storici definiscono “oscuro” e all’inquietante leggenda “Dei tre Vivi e dei Tre Morti”. Nel 2017 il mio secondo romanzo storico in chiave thriller, ARCANA RUBRIS, che ha riscosso un notevole successo e che racconta dell’enigma legato al famoso dipinto medievale “i Coniugi Arnolfini” di Jan Van Eijck, e di un quadro gemello considerato maledetto. Nel 2019 ho pubblicato, sempre come autore indipendente, il terzo Thriller Storico, dal titolo L’ULTIMO AFFRESCO, che narra del mistero legato all’iscrizione latina del famoso Quadrato del SATOR e delle vicende che si intrecciano con l’enigmatica vicenda della principessa longobarda Gundemberga, figlia della regina Teodolinda, e dalla vita misteriosa, anche per gli storici moderni. Questi tre romanzi compongo la Trilogia del Mistero. Recentemente ho pubblicato il mio quarto thriller storico: GLI UNTORI DELLA LUCE NERA, che racconta della vicenda di un Cavaliere Templare, Bastien d’Arnaud, che prima di essere un monaco guerriero è un valente scienziato, ed impossessatosi di un frammento di pergamena antichissima realizza una scoperta che può travolgere l’umanità, la luce nera. Ma sono anche impegnato in un Canale YouTube tematico che si occupa di “Corti” Storici legati a fatti noti e meno noti dell’epoca medievale. Tra questi video vi segnalo “Francesco - L’eresia e la normalizzazione”, “Brunechilde e Fredegonda – Le due regine di Sangue”, “Guglielma di Boemia – una santa o una strega?”, “Caterina Sforza una tigre guerriera” e “La Maledizione dei Templari. Insomma sia con i miei romanzi, che potrebbero benissimo essere tradotti in film o serie di carattere storico, sia con il mio Canale YouTube, non nascondo una mia affinità con Filmbasen

 

 

  1. Puoi raccontare come mai il tuo interesse per la storia?

La storia che ci insegnano a scuola a mio parere è arida, inconcludente, infarcita di sterile nozionismo. Solo da pochi anni ho cominciato ad appassionarmi di storia. Se te la devo dire tutta, essenzialmente da quando ho cominciato ad innamorarmi delle città d’arte. Vuoi un aneddoto? Eccotelo. Un giorno assolato di luglio di diversi anni fa mi trovo a Spoleto con mia moglie e mia figlia (piccolina) e vedo la basilica (quella per intenderci dove girano la fiction di don Matteo). Entro, e incontro una scolaresca liceale accompagnata da una professoressa che è intenta a spiegare la storia di quella chiesa. Mi soffermo ad ammirare le sculture e gli arazzi, senza conoscerne la storia, quando vengo incuriosito (forse sarebbe meglio dire “rapito”) da ciò che l’insegnante sta spiegando ai suoi studenti. Parla di Francesco. Ma lo fa raccontando di come era quell’uomo nella vita di ogni giorno. E delle sue passioni, persino dei suoi moti d’ira e del suo carattere forte e per certi tratti autoritario. Chi l’avrebbe mai detto visto che di Francesco ci hanno sempre raccontato di un uomo mite ed umile? Poi, lei invita i liceali a seguirla in una abside laterale. Tu cosa avresti fatto? Ecco io ho fatto lo stesso… in modo un po’ circospetto e con il naso all’insù - simulando un interesse per l’architettura della chiesa che in realtà non avevo - mi sono avvicinato anch’io. Per ascoltare quello che stava spiegando ai suoi studenti, capisci? E così ho appreso che negli ultimi anni della sua vita, Francesco aveva persino ordinato a Fra Leone (uno dei suoi amici confratelli più vicini) di non lasciarlo, arrivando a minacciarlo (non in forma violenta ma… con molta autorità) di tornare nel suo Convento. Ecco, quella professoressa mi ha fatto innamorare della Storia. E credo che lei sia uno di quegli esempi di come dovrebbero essere i nostri docenti. Se per caso dovesse conoscere lo svedese e leggere questa intervista… sappia che le mando un grazie di cuore!

 

Qual’é la situazione della narrativa in Italia?

Sai che non lo so? O meglio, lo so per sentito dire. Le voci che corrono da noi sono che gli editori pubblicano solo autori conosciuti. E questo è come il cane che si morde la coda perché manca quindi lo spazio per nuovi autori e nuove proposte, tanto che l’editoria ha deciso di non “rischiare” più, e gioca sul sicuro. Sempre che possa definirsi “sicuro” il prodotto di autori noti che molto spesso oramai scrivono solo per far fronte ad un impegno editoriale, con storie prive di appeal e passione. E la narrativa ovviamente ne risente tantissimo. Pensa che un autore molto noto da noi ha pubblicato con una casa editrice tra le più importanti un libro con le pagine bianche, scrivendo nell’introduzione che le pagine avrebbero dovuto essere riempite con i pensieri dei lettori. Incredibile!

  1. Ci puoi parlare del tuo interesse per Agnese Vsconti?

È presto detto. Mi appassionai di questa giovane donna circa quattro anni fa, quando conobbi in modo del tutto casuale la sua triste vicenda. A dirtela tutta ci arrivai scoprendo la storia di quello che era successo alla sorellastra Bernarda. Una vicenda incredibile e che ha dell’Horror. Così decisi di scrivere le gesta e la sorte di Agnese, anche se con un aggancio proprio a ciò che accadde alla sorellastra, appunto, che fu murata viva in un castello a Trezzo d’Adda dal padre, Bernabò Visconti, perché geloso di lei, insieme ad una cugina di Bernarda che era suora. Le due poverette morirono di stenti dopo circa sette mesi. Ma la vicenda ha dell’incredibile, tanto che su di lei ho in programma un video. Comunque, tornando alla nostra Agnese, mi appassionai alla sua vicenda perché riconobbi tutti gli ingredienti della tragedia medievale. Sesso, Passione, Tradimento, Crudeltà, Violenza, Amore, Morte. Persino un fantasma entra in gioco in questa vicenda reale antica di circa settecento anni. E mi chiedi perché il mio interesse per Agnese Visconti? Perché questa vicenda potrebbe essere la formidabile trama di un film storico. Direi che la sua è una storia dalle tinte cupe che non sfigura però con quelle di famiglie medievali più blasonate e conosciute, come i Medici o i Borgia, ma altrettanto pregna di pathos.

 

Come consideri gli adattamenti di opere letterarie per il cinema, hai degli esempi che ti piacciono di più o di meno?

Direi che sono abbastanza soddisfatto delle traduzioni cinematografiche di romanzi famosi che avevo letto e di cui poi ho visto il film, come  il Codice da Vinci o Angeli e Demoni di Dan Brown, o il Socio o l’Avvocato della Pioggia di Grisham. Restando in epoca medievale La Papessa Giovanna” di Donna Woolfolk Cross è stato molto bello. A volte ti capita persino di apprezzare di più il film del libro, ma ciò, credo, sia dovuto ai tempi scenici, molto più reattivi e dinamici sul set, che trascritti nero su bianco. Sul tema, sappi che a parte I MEDICI, ma quello è un serial che non ha un romanzo alla base, ho avuto una esperienza cinematografica come protagonista in un cortometraggio dove interpreto Ludovico il Moro. Un film che è finalista al Festival di Londra. Ebbene quest’opera cinematografica è tratta dal romanzo IO L’AMANTE: https://oubliettemagazine.com/2021/01/26/io-lamante-il-corto-prodotto-da-rupe-mutevole-e-tratto-dal-libro-di-roberta-savelli-finalista-alli-am-film-festival-2021/

Ci puoi raccontare un po’ del lavoro de GLI UNTORI DELLA LUCE NERA e se ti sei ispirato un po’ alla storia della colonna infame di Manzoni?

Direi di no. GLI UNTORI DELLA LUCE NERA prende spunto da una mia condizione mentale. Non ridere, anche se può sembrare comico. Ti confesso che mi sono sempre rifiutato di scrivere di templari perché su di loro era stato detto di tutto e di più e quasi sempre legato alla ricerca o alla scoperta del Sacro Graal, argomento degno del massimo interesse, ci mancherebbe, ma che oramai mi sembrava abbastanza inflazionato. Ma poi ho voluto approfondire la vicenda della V Crociata e dei giochi di potere e di interesse che spinsero l’Europa ad intraprendere quella “missione” in terra santa. Interessi che poco avevano di religioso, e molto invece di economico e finanziario. Furono mandati stranieri in terra straniera: Italiani, Ungheresi, Inglesi, Francesi, Spagnoli (credo) anche Svedesi che non parlavano la stessa lingua e che dunque non riuscirono a coordinarsi sui campi di battaglia subendo pesanti sconfitte. E tutto questo per l’arroganza e la superbia di pochi uomini. Uno tra tutti, il Cardinale Pelagio Galvani. Ecco, è lì che entra in gioco il protagonista de GLI UNTORI DELLA LUCE NERA, che è un templare ma sui “generis”, perché prima di essere un monaco guerriero è uno scienziato, e coadiuvato dal suo più acerrimo nemico musulmano – guarda un po’ – che però ha la stessa passione per la scienza come lui, scoprono qualcosa di misterioso e terribile. Qualcosa che potrebbe mettere in pericolo l’intera umanità. Questo è GLI UNTORI DELLA LUCE NERA.

 

Ti piacciono alcuni autori svedesi e in questo caso chi?

Purtroppo non conosco granchè della letteratura svedese, e mi dispiace tantissimo, anche se ho sentito parlare molto bene de L’uomo della Sabbia di Lars Kepler e di Fredrik Backman. Autori che mi riprometto di leggere prestissimo. 

Grazie della bella intervista Robert e, a presto.

Robert Fogelberg Rota