Quando Sordi e Magni ci insegnavano la storia
Titolo Nle nome del papa tre
Regia luigi Magni
Intepreti Luca Barbaresci, Alberto Sordi Nino manfredi
Distribuzio https://www.youtube.com/watch?v=wxoSr1BGMt4
Voto capolavoro
Pochi registi sono stati così circoscriti in un periodo storico per “propaganre “ da questo idee di democrazia frateleanza sociale coem luigi Magni. Ho avuto la fortuna d’incorociarlo e continuando la lezione di altri grandi come Albertini autore di uno dei più bei film archeologici la presa di Roma ma anche la cinematografia di freda (autore di film di cappa e spada bravisismo nella forma e pessimi nei contenuti) ma anche di un altro autore Rosselini. Il cinema di Magni e anche della moglie luisa missori é un cinema artiginale con una vena studnetesc che é solo parzailmente corretta da quella che é la magnifica fotografia di Roberto D'Ettorre Piazzoli dalle musiche spesso melodrmatiche ma giocose di Nocolo Piovani e dal montaggio di Ruggiero Matsrioani un montaggio basilare. Da notare che in uno dei suoi film non dedicati al periodo risorgimenatle “Scipione anche detto l’Africno” il talentuoso e opaco fratello del più noto Marcello recito benissimo nel ruolo di scipione läasiatico e qui procede in un monaggio particolare. Si tratta di un montaggio visto dalla seratura dove la storia diventa protagonista ma in una maniera dove poco a poco presenta dalle chiacere quello che dovrebbe succedere ovvero la storia cvista dai piccoli. Quello che é presnatto é un ‘epopea quella de noialtri della repubblica romana nata per un equivoco ve il Papa Pio IX intpretato benisismo da Gianfelice Bonagura ha prima concesso la costituzione e poi é andato in guerra contro l’Austria Felix e poi fa marcia indietro. Vediamo coem questo decide di fuggire stanco di quello che succedema anche conscio che solo la’ggrapaprsi alle potenze cattoliche li permetterá di conservare il regno. La recitazione é misurtaa la fuga in abito da fratello delle scuole cristiane non ha nineet di parodico o parodossale e a differenza di quello che fara il pur bravo Paolo Pierobon i “Rapito” di Marco bellocchio la risposta seria del 2023 ha l’opera di Magni il pontefice fa discorsi sensati. Ma questi discorsi sensati sono ancora più pericolosi ancora peggiori in quanto rappresntano la banalitá del Mle. Il cinema di Magni non era un cinema anticristiano o nati cattolico ma che voleva tramite un ‘espereinza personale la ressistenza all’occupazione nazista di Roma analizzare la banalitá del male. Un male che in questo caso é presentati alla parte reazionaria della chiesa un Papa opportunista e l’ancora piú odioso anche se apaprtemnete straordinariamente bonario monsigno benini il prelato napoletano presnatto da Luigi De Filippo:con un tocco di comicitá partenopea che prima illude la protagonista e poi fa conadnare in un processo farsa l’unico ecesaitico buono Ugo Bassi . Il cienma di Magni (uomo che non parlava mai di cinema ma ne vedeva tanto dai francesi ai giaponesi ) non presnta mai erroi ma solo uomini normali uomini che fanno il possibile per tirrae a campare e far vedere i loro idelie recupera tutti quei nomi della “stora patria” che conosciamo nella toponomastica ma non nella realtà come questo prete Barnabita presentato da Jacques Perrin, attore frnacese che qui dá il massimo. Pretee democratico circondato da boanri mangiapreti ormai non piú a disagnio nelle plebi romane con tanti mario Brega come il piccolo é coraggioso partigiano Lorenzo Costantino meloni al quale racconta degli angeli bassi é una contardizione. Ha un certo morlaista nei confronti dei giovani manti ma anche un pathos che contaggia tutti da quel popolano svelto di lingua forse di coltello Om che ha tutta la maestria sia comica che dramattica di Nino Manfredi nel ruolo del mitico Angelo Brunetti detto Ciceruacchio che alla fine morirá scherzando agli eroi come goffredo mameli intepretto da Luca De Bei che non parla in genovese ai difensiori. Si tratta di uan roma romazesca simile a quello che é laccampamento dei guasconi nell Cyrano de Bergerach con l’eroico Stefan Il bravo danese tedesco Klaus Tange a gli altri. Qui entriamo nei personaggi alti in quella classe che aveva meno da perdere nell’unitá d’italia anche se apparentemente aveva piú da perdere e nei personaggi aristocratici Magni dá il meglio se cominciando da un ruolo massimo del papalino il rande Marchese Arquati che ha il viso l’isyronietà di Alberto “albertone “ Sodi. Una specie di rE Ub di casa libidinoso e bigotto popolare e aristocratico capace de aver menato la moglie ma anche di commuoversi alle poesia di leopardi il ruolo di Sordi e monumnetale. Sempre accanto alla giunocica Rosetta una bravissima Serena Grandi Sord rappresenta tutta una contraditorio che mostra una vna serie di problemi e di personalitá divisa che si vede anche nel figlio il marchesino eufemio intepretato benisismo da Massimo Wertmüller. Il ruolo del bambacione che cresce che si ribella tirando con la pistola prima nelle concitate e per altro brutisisme scene di battagalia e in seguito su un ritratto di famiglia rappresenta senza dubbio un ruolo che cresce che riesce a dare il meglio in tutto e a poco ma poco a prendere una cosapevoleza. Vediamo anche come divien sempre più simile alla moglie la ribelle Cristian che é sicurmanete il migliore ruolo di Elena Sofia Ricci in quella passione romantica che poi sembra gurarire con la morte dell’eroe Giovanni Livraghi che ha il volto amschio e barbuto di Luca Barbareschi. Qui sembra che nonostante l’uso di un attore bello ma all’oposto fisicamente di Terence Hill in un bruanzolo volontario garibaldino Cavriaghi dal nome simile che é solo bravo a battersi ma impacciato ; magni rapresneta un personaggio completo che però non sa battersi non sa divnetare quell’eroe di cui c’é bisogno. . L’incapacitá bellica é un dato di fatto coem anche l’antimilitarismo del amestro del cinema nato e vissutoa via del babbuino nella sua presntazione dei militari il diabolico e sinistro sedutore l’ussaro francese intepretato da Lorenzo Flaherty: che seduce il personaggio farsesco di Elena Berera la marchesina Giacinta che capisce poco e lo spregevole generale francese Laviron un bravissimo Pascal Druant. C’é un altro personaggio grotesco che é uno dei piú grandi letterati italaini anzi romaneschi di tutti i tempi Giuseppe Gioacchino Belli intepretato dal Roberto Herlitzka personaggio ambiguo che riesce a dare il meglio di se nel gortesco fa un ruolo quasi da attore di meyerhold. Un film da vedere e rivedere
Robert Fogelberg Rota