Un libro sicuramente da leggere
Nicolai Lilin racconta Putin
Putin l’ultimo Zar Di Nicolai Lilin edito da Piemme è un testo molto bello secondo me fondamentale per cercare di addentrassi in quello che é il labirinto del Cremlino ma soprattutto del conflitto tra Russia e Ucraina nato che ogni giorno rischia di distruggere non solo la civiltà europea ma tutta l’umanità almeno nelle forme che conosciamo. Prima di analizzare quello che racconta il libro che non è tutto e bene spendere qualche parola sull’autore che è un transistriano di origine siberiana profondamente legato al paese d’origine ormai trapiantato a Milano. La padronanza della lingua italiana è perfetta asciutta e molto sintetica nel raccontare i fatti e secondo me richiama due autori il medievale Novellino ma anche il librettista di Giuseppe Verdi Da Pontecapace di far iniziare un opera la forza del destino dentro un’azione drammatica. Ma lo stile l’ideologia è quella di colui il quale è il bisnonno o trisavolo ideale Lev Tolstoj con le idee di umanismo , fratellanza tra gli uomini e pietà ma con meno misticismo. Lilin come Tolstoj è un figlio della grande madre Russia più una cultura che una patria dove lo spiritualismo degli slavi si scontra o incontra con la disciplina germanica, la genialità latina ma anche influenze dell’Asia e dei suoi imperi. Precisamente come il conte Tolstoj era figlio di una classe sociale guerriera la nobiltà dei bojardi Lili né figlio degli Urka e precisamente come il conte Tolstoj ha combattuto nel Caucaso contro fieri ribelli mussulmani che adesso conosce meglio di chiunque altro. Il Putin descritto da Lili né simile al napoleone descritto da Tolstoj ma senza il romanzo senza l’epica anche perché la guerra oggi è diversa anche se uguale in quello che è la sua eroica che è ancora peggiore quando alle palle di cannone e alle sciabole si sostituiscono i missili e le bombe al fosforo. “Putin l’ultimo Zar” non è un libro né Putiniano e né anti Putiniano m un libro realista che cerca di capire non tanto una personalità ma alcuni fattori esterni che portano il potente presidente russo a agire in una maniera per i più incomprensibile . Uno dei meriti del libro è anche di sdrammatizzare o meglio riportare dal mito alla realtà dei fatti alcuni episodi per i più leggendari tra i quali ad esempio quando a Lipsia affronto una folla quasi inferocita nel 1989 che voleva prendere l’archivio del KGB: Altri hanno racconto questo come il gesto di un folle che esce con una pistola carica e i “Ragionevoli” tedeschi se ne sarebbero andati mentre per altri questo sarebbe stato il gesto di un vero eroe sovietico. Lilin invece fa parlar e Putin che incontra la folla bluffa si esprime bene in tedesco e tra minacce e spiegazioni gli convince ad andarsene. Un altro individuo in quello stato parallelo che era e forse è il KGB se ne sarebbe andato avrebbe venduto tutto si sarebbe divertito e forse avrebbe fondato una dita di taxi ma Putin non voleva o meglio non poteva per quello che era il suo ambiente. La parte più bella che potremo definire eroica e come i Putin famiglia di ex servi del gleba raggiunge San Pietroburgo ha un nonno cuoco che conosce Rasputin e poi partecipa alla rivoluzione e alla guerra civile e alla grande guerra patriotica. Rasputin è fondamentale perché ha per i russi e per i siberiani (ricordo a tutti una biografia fondamentale dello stregone/santone “Rasputin . il monaco nero e la corte dell’ultimo Zar edito da Einaudi ) che incontrò il nonno di Vladimir Putin Spiridon e mangio ben tre piatti di zuppa e lo benedisse dandogli una moneta d’oro. Non è di per se stesso un fatto così eclatante anzi neanche così vantaggiosi per Spiridon visto che il santone era solito dare mazzi di banconote a tutti ma prendono come un altro fatto che il giovane Vladimir Putin di nascosto venne battezzato da padre del patriarca Kiril fanno in modo che siamo in una dimensione epica spirituale che sicuramente stuzzica l’animo di molti russi. Gli eroismi della famiglia Putin sono normali azioni di guerra come la cura di un ferito austriaco da parte del nonno e le azioni durante l’assedio di Leningrado contro i tedeschi del padre profondamente innamorato della madre di Vladimir Putin. Adesso entra in scena il personaggio di Vladimir Putin in quel caos del dopoguerra tra delinquenti e teppistelli di strada dove impara la realtà la voglia di sopravvivere nonostante tutto cercando di seguire un codice preciso e semplice . In questa parte abbiamo anche le due passioni che sono fondamentali per capire molta della strategia di Vladimir Putin contro gli ucraini e gli occidentali il judo al quale il futuro presidente arriva dal più rusticano sambo e il gioco degli scacchi con le sue mosse e contromosse che oggi forse fa applicare da professionisti delle armi in una serie di guerre vittoriose fino al conflitto attuale probabilmente il più sanguinoso e logorante dai due conflitti mondiali che si è svolto nel continente europeo. La parte più sorprendete e di come Putin raggiunge il potere tramite il controverso sindaco di Leningrado prima e Pietroburgo dopo Anatolij Sobchak che Putin fece addirittura scapare in Francia fino alle relazioni con Elzin. Confesso che come molti scandinavi avevo un ‘immagine fin troppo positiva del primo presidente della Russia democratica e ignoravo la delinquenza e la mafia che bloccava la società civile. Qui vediamo anche i racconti non di Lilin scrittore ma di Nicolai un ragazzo solare simpatico forse un po’ discolo che scopri la brutalità e il razzismo e molti dei sentimenti pompati a arte dagli occidentali o meglio dai servizi segreti occidentali fino alla citazione del nono di Nicolai Boris immortalato da John Malkovich in educazione siberiana che afferma il capo degli sbirri che parla come un gangster siamo messi male . Di Putin sono descritti meriti e demeriti giochi di potere e anche il rapporto contradittorio con la democrazia fino alla gestione di tre emergenze il terrorismo islamico e dopo la rintegrazione della Cecenia nella federazione russa, all’emergenza del Kursk alla pandemia del COVID gestita con misura e conoscenza del popolo. Per me mancano due fatti che forse erroneamente ritenevo fondamentali i rapporti con Silvio Berlusconi e la guerra in Kosovo che pensavo portò Putin al potere. Però non vedo questo come un problema ma come un pregio perché mi fa riflettere e ricercare sia nei meie ricordi che in altri testie mi porta a leggere e rileggere questo testo. Due personaggi escono da questo testo che è in fondo un dramma anzi una tragedia il generale Lev Rohilin militare tutto di un pezzo ucciso dalla moglie dopo una lite ma con tre uomini carbonizzati e Aleksandr Lebed militare che blocco la guerra in Transistria tr moldavi e russi e che impressiono il giovane Nicolai. Lilin in una foto in perfetto stile Vouge ha scritto un mes milanesi si nasce o si diventa e qui abbiamo un ‘altro componete del suo testo quella della Providenza. Quando si parla di Milano per me il primo scrittore è Alessandro Manzoni che nel suo bellissimo 2i promessi sposi” dove è una forza positiva che aiuta i giovani amanti mentre qui la Providenza sembra cinica e bara crudele e compiaciuta nel vedere sempre la malvagità. I due militari sono per me fin troppo simili ai marescialli sovietici Zukov Cujkov che vennero più o meno delottizzati da Stalin . Molti soprattutto l’intelligenza britannica pensavano che questi dopo la vittoria sull ‘asse avrebbero potuto detronizzare Stalin e trasformare l’unione Sovietica /Russia in una democrazia di stampo occidentale. Lillin non parla di questo ma parla di un ‘opinione pubblica che molte volte sembra essere ancora peggio dei governanti. Il titolo “Putin l’ultimo Zar per me è in po’ sbagliato perché direi il restauratore dello zarismo inteso come ideologia di cultura nazionale quasi teocratica . Nonostante molti fans Lilin viene insultato quasi ogni ora per le sue posizioni e per l’accusa di essere filo putiniano ma la domanda principale e quanti hanno letto il suo libro e quanti hanno cercato di ragionare sul ruolo di Putin nella società russa e i timori dei russofoni in Ucraina e quegli dei russi che ogni giorno vedono sempre di piú gli occidentali come depredatori che vorrebbero trasformare la Russia in un Africa serbatoio di materie prime e mano d’opera a costo zero come era negli anni novanta del secolo passato . Si potrà obiettare che molti russi divennero ricchi e oggi li si vuole punire con sanzioni e sequestri ma questi non farebbero forse venire un odio ancor a peggiore. La parte per me più bella e ben scritta e la postilla dove si parla dei giovani cresciuti in un Unione Sovietica in disfacimento una generazione rabbiosa di gladiatori. La mia più grande paura e che questa guerra farà nascere una generazione da una parte all’altra ancora più piena d’odio simile a quella che crebbe in Germania con la guerra dei trent’anni che portò morte e distruzione oltre che problemi economici in tutta l’Europa. Come ripeto anche se si hanno problemi con alcune delle idee del personaggio Lilin questo testo va letto capito e soprattutto bisogna rifletterci.
Robert Fogelberg Rota