Giovanni dall’Agocchie
Dell'arte i scrima libri tre introduzione e interpretazione a cura di Daniele calcagno Genova 2017
Un libro da non perdere
La domanda che viene spontanea e il come mai bisogna dedicarsi allo studio e alla lettura di un tratto di scherma molto specifico come “dell’arte di scrima libri tre” di Giovanni dall’’Aggocchie con introduzione e interpretazione dello storico genovese Daniele calcagno. La risposta e che si tratta di una delle migliori libri di argomento storico e saggistico scritti ij Italia che ha il merito con una revisione fi logicamente a prova di bomba di uno dei testi più intesi e più belli scritto nel rinascimento in uno stile sempre alto ma facile colloquiale e con un senso dello humor secco e sotto le righe tipico di molti autori liguri. Da notare che anche il premio Nobel luigi Pirandello era d’origine ligure e conservava dalla Liguria dei padri questo humor che era sempre presente nelle sue opere. Daniele Calcagno ha due vesti quella di praticante dell ‘hema Historical European martial art e quella di illuminare la pratica schermistica attuale con coppie di armi dell’epoca e protezioni moderne che si fa in molti tornei con un ricreare questo mondo che parte da testi molto precisi che vengono descritti in maniera molto precisa e ci danno l’idea della vita dell’epoca in tutte le classi sociali. La società della controriforma e soprattutto del manierismo aveva una grande necessità di codificare dare regole di comportamento precise anche sul campo di battaglia e sulla difesa personale. L’uso delle armi era sempre un qualcosa in agguato e episodi come quello del duello tra il futuro fra Cristoforo e un nobile spagnolo ricordo con molta maestria da Alessandro Manzoni nei “Promessi sposi “ erano all’ordine del giorno. La scherma al pari della danza ma anche di altre discipline viene codificata e bisogna sapere subito se ci si trova di fronte a un vero nobile o invece a una bravaccio. Il testo di Giovanni dall’’Aggocchie è un dialogo che l’autore uomo d’arme tiene con Girolamo Martinengo in un palazzo bresciano ma fa parte delle opere di una grande scuola quella Bolognese che ha come altri esponenti degni di nota Achielel Marozzo e marciolino che vivono una generazione prima di Giovanni dall’’Aggocchie e sono corrispondenti nell’area tedesca con l’opera del bernese Joakim Mayer. Queste scuole hanno il vantaggio di essere molto precise anche per via di illustrazioni nel caso di mayer e Marozzo ma non per Giovanni dall’’Aggocchie che usa il dialogo che presuppone domande botta e risposta e manda avanti una tesi. I più gli ricorderanno in Giacomo leopardi figlio del conte Monaldo che amava definirsi l’ultimo spadaro d’Europa e per questo dà una serie di consigli tesi e antitesi in un modo d’allora che iniziamo a studiare e capire comprendere. Calcagno che inizia il testo dopo una bella introduzione di un altro maestro di scherma il varesino Carlo Parisi ci indica quello che succede in maniera molto limpida molto chiara dando un quadro sia di quella che è la grande storia della scherma nell’Italia centrale settentrionale che nonostante la perdita politica rimaneva uno dei fulcri culturali e sociali d’Europa ma anche della storia di questi personaggi degna di eroi o antieroi di trono di spade. . L’utilizzo di terminologia schermistica attuale non è per niente scontato visto che non tutti i praticanti Hema o anche chi prende in mano questo libro forse ha praticato la scherma olimpica ma secondo me riesce a dare il suo scopo. Concetti quali la misura la posizione e la velocità sia attuali con armi super leggeri che con coppie di armi pesanti come quelle dell’epoca sono fondamentali anche per seguire un passaggio che è anche di costume. Il formato del testo può aprire scomodo (si tratta di un in foglio simili ai testi del teatro elisabettiano) in realtà lo rende utile perché ci invita a nostre chiavi d’interpretazione nostre varianti e diviene utilissimo per capire la lingua dell’epoca confrontata con un italiano piacevole e perfetto che vorrei vedere in più testi 8per me resta un mistero che una persona come Daniele calcagno non pubblichi articoli storici su giornali come “la stampa” e “il corriere delle sera”) e alcuni disegni ci mostrano una bellissima capacità di conoscenza della stessa. Un testo bellissimo molto piacevole e secondo me destinabile a molti cultori della prosa italiana , della storia ma anche ragazzi e ragazze che si stano avvicinando a questo mondo . Se devo trovare il pelo nell’uovo avrei voluto una foto dei due curatori in spada da alato per dare l’idea a chi vuole iniziare a praticare. Per curiosità la mia illustrazione deriva da una delle molte versioni del tratto di scehrma di Achille Marozzo.
Robert Fogelberg Rota