Un avvenimento
Il cinema d’autore incontra la televisione
titolo Esterno notte
Regia Marco belloccio
Interpreti toni Servillo
Distribuzione Ria
Voto capolavoro
Pochi autori sono stati e continuano a essere autori come Marco Bellocchio che a moti anni di distanza da buongiorno notte ritorna a uno degli avvenimenti più dermatici e difficili della storia italiana il sequestro moro. La forma é quella della memoria che diviene una memoria collettiva costruita a seconda di diversi punti di vista. Personalmente ricordo questo sequestro e questo delitto come un qualcosa di molto drammatico e la fotografia di Francesco di Giacomo é sgamata piena di ombre quasi un po’ vecchia molto simile a quella che si trova in un vecchio albo di famiglia e questo si nota anche nei particolari la cartella della figlia di Adriana la militante delle brigate rossa interpretata da Daniella Marra Si tratta di un ruolo ambiguo e qui abbiamo anche il mestiere o meglio la maestria di Belloccio che usa tutte i trucchi della macchina cinematografica in diverse presentazioni i diversi campi per capitoli che presentano un punto di vista. Questa giovane donna volitiva e quasi sensuale é decritta nella sua quotidianità negli affetti in una figlia in dei dubbi sull’utilizzo della forza bruta ma anche nel sadismo quando gambizza un professore di economia. La sua forza é quello che la fa complessa e proprio il dubbio lo strizzarsi il rimpiatto qualcosa che vediamo anche ne personaggio speculare che é Paolo VI interpretato da Toni Servillo ormai malato alla fine della vita e attanagliato da un dubbio quello di aver lasciato la figlia che é uguale a quello del Papa che forse ha abbandonato Moro. una meravigliosa intepretazione d Fabrizio Giuffi Il gioco del presentare le due ideologie quella marxista rivoluzionario materialista e quella cattolica conservatrice agli occhi di chi crede ma grazie a questo é particolarmente attanagliato da dubbi si vede bene negli incubi la figlia sola quando tutti gli altri ragazzini e ragazzine vengono portate via da scuola (successe anche a me a Genova) e la Via Cruxis di Mro che deve portare la croce da solo con dietro i compagni di partito. Ariana é crudele a tratti fanatica confortativa soprattutto con Valerio mentre i pappa é tranquillo sembra quasi placido anche nel confronto con Moro per criticare la sua apertura ai comunisti quando i due camminano insieme. Però é un papà oppresso un po ‘dal enorme quadro di un Sant’Agostino ma anche dall’uso del cilicio. Bellocchio non ha mai avuto una stima per il mondo cattolico per questo tipo di pratiche e quello che fa le presenta come gesti di fanatismo gesti irrazionali simili altri gesti di fanatismo. Ma uil fanatismo religioso appare come qualcosa di piccolo di quasi triviale rispetto al fanatismo politico che vediamo sia all’inizio quando una folla inferocita entra sfondando una saracinesca in un’armeria visti dal bancone in un campo fisso. Questa scena è una citazione diretta da un altro film “politico” del regista di Bobbio “Vincere” e il movimento delle brigate rosse almeno per Bellocchio sembrerebbe una ripetizione del fascismo forse più borghese e intellettuale con quella figura che è la più fanatica nel senso che sembra avere nei confronti di moro un ‘antipatia personale. Ma Bellocchio è un registra troppo conoscitore dell’animo umano e soprattutto con una visione del mondo troppo smaliziata per presentare i brigatisti in maniera univoca e questo si vede nella figura di Valerio a prima vista quello che potrebbe essere il bello e dannato. Questo personaggio è in realtà molto ambiguo smaliziato e anche cinico ma anche infantile che come altri personaggi di Bellocchio va al cinema guarda quello che è l’occhio del secolo. In questo caso Valerio (gabriele montessi) va a vedere “Il mucchio selvaggio “ di Sam Pecking non uno spaghetti western anche perché il regista Hollywoodiano era da un certo punto di vista più romantico. Il personaggio speculare è niente poco di meno che il senatore in seguito presidente della repubblica Francesco Cossig uan bellissima intensa non naturalistica come gli altri ma quasi espresionista di Fausto Ruso Alessi . Forse è il ruolo più vicino a quanto si possa considerare l’eroe. Tormentata pieno di una vera riconoscenza nei confronti di Moro precisamente come Valerio vive in un mondo sommato idealizzato e sa anche comunicare con l’alter ego l’americano. Si alleggia e lo si vede in quello che è la scena del veggente lo spettro della follia. La figura di Cossiga è sicuramente quella che è piú vicina a moro. Aldo Moro è un uomo comune é questa é la sua grandezz ala sua tragicità Gentile molto a modo anche con alcuni studenti contestatori ma anche oppresso chiuso già sequestro da molte troppe correnti. la fermezza che si vede quando come un uomo comune e qui sta la sua grandezza ma anche la sua tragicità davanti a un prete deforme si confessa davanti a lquesti spiegando il suo odio o meglio il risentimento per i compagni di partito. Il personaggio di moro é un personaggio da tragedia ma più che rifarsi alla tragedia greca Bellocchio si fa alla tragedia cristiana a quello che é forse uno dei testi piú sottovalutati dalla storia “The take of everyone” dove nell’epoca della peste l’uomo comune sta per morire e si confessa non vuole si tiene aggrappato a questa. Questo é quello che succede a Moro e nn diventa solo la figura di un certo periodo storico gli anni di piombo ma anche uan figura attuale quando molte persone vuoi martire o anche solo accaicate sono morte per il COVID come mio padre. Forse mi perdonerai lettore di questa divagazione di una confidenza ma ho sentito qualcosa di molto simile. Importante l’uso della famiglia degli affeti importantissimi di Moro e capisco anzi comprendo l’irritazione dei famigliari. Il dolore é un qualcosa di privato e per descriverli in maniera perfetta diventa essenziale il farli il più completi possibile quindi presentando anche delle difficoltà delle stranezze che non ci sono nel ricordo. Penso alla figura per certi aspetti dura scorbutica delle figli che però dice la verità che affronta anche i figli piú giovani la .. ma anche l figlio un sosia di John Lenon più vicino ai brigatisti o ai contestatori rispetto a quello che sono gli amici del padre Non dei conflitti ma possiamo intuire degli scambi d’opinione on il padre che probabilmente il figlio non capiva. Il tema dell’incompatibilità tra genitori e figli e uno dei topos nel cinema dedicato agli anni di piombo lo stesso si trova in quello che abbiamo in altre opere primo tra tutti colpire al cuore di Gianni Amelio. Ma il personaggio per me piú riuscito di tutta la serie é Eleonora Moro interpretata da margherita Buy nonostante le difficoltà lo stress e le incomprensioni riesce a dare uno spessore a questa donna tormentata ma forte e molto convincente e si vede soprattutto nelle scene nelle quali sbatte in faccia al suo prete Don pasquale marchi interpretato da un tranquillo sotto le righe Antonio Piovanelli precisamente come l’aiutante di Cossica Spinetta che ha il volto di Pier Giorgio Bellocchio. Questa é un personaggio magico che presto porta a quegli che sono i veri avversari l’establishment della DC come personaggi come Zaccagnini Giglio Alberti ma soprattutto Andreotti interpretato da un meraviglioso Fabrizio Contri. Non é un Andreotti tipico coem ce lo ricordiamo o come lo avevamo visto in Il divo ma un uomo pieno di difficoltà freddo calcolatore si ma umano senza lo stomaco questo spiega la scena di quando vomita. Un Andreotti che ha dei difetti ma è un uomo completo con le sue problematiche e anche i suoi pregi. Un ‘opera bellissima e molto interessane
Robert Fogelberg Rota