Film da non vedere

Falso puerile e malfatto

Titolo Kursk

Regia Thomas Vinterberg

Interpreti Max von Sudow, ...

Distribuzione circuito Genova

Voto Z

pochi film mi hanno lasciato così deluso é arrabbiato come Kurs. Come noto per cause più o meno misteriose un sommergibile atomico russo sprofondo nel mare di Barens. Vista l’incapacità della marina russa di salvarlo con l’equipaggio durante l’era Putin appena iniziata dopo la deposizione a seguito della guerra in Kosovo di Elsin la Royal navy si offri in un atto di bontà degno di San Francesco di salvare l’equipaggio e le mummie malvagie del comando russo presentate dall'ammiraglioVladimir Petrenko un arcinio e malvagio Max von Sydow in pratica la versione cattiva e non elegante del ruolo fatto parecchie deceni prima del Magg. Karl Von Steiner l’ufficiale che orgnizza la partita della morte in fuga per la vittoria di John Huston li fa morire. Mavx von Sydow come sempre bucava lo schermo dando atto a un’ interpretazione meravigliosa ma il restio del film é pressappochista irritante malfatto e forse anche un po’ razzista. La prima cosa sbagliata e la scelta del regista Thomas Vinterberg bravissimo quando rappresenta la borghesia danese in maniera cinica e misantropa con tutte le sue ossessioni e meschinità ma non adatto a rappresentare né il cameratismo ridotto solo a degli ubriacon più simili a scimmie che a persone. i né l’unione tra marinai e che fa ianche complice del lavoro da primo anno di liceo cinematografico del montatore Valdis Oskardottirer e della fotografia piatta senza bellezza emozione e naturalità di Antony Dod Mantle che riesce solo a rappresentare una Russia finta di maniera senza la luce artica con una chiesa greco ortodossa iper differente da quelle russe. Questo teatro cinematografico senza la magia anche passibile in questo mezzo é di per se irritante e aggiungiamo i di´vi o presupposti tali europei che danno solo una grossa sensazione di noia per prima Tatya Avenina rappresentata da Léa Hélène Seydoux-Fornier de Clausonne . Sicuramente brava a interpretare ruoli della comemdie francais oppure a fare un Chechov tradizionale é irritante stridula nella voce caricata nelle espressioni é fuori posto come anche Oska che é la svedese Pernila August attrice solo di teatro. Nelle pernacchie d’oro possiamo aggiungere il bravo tedesco Peter Simonischek ceh ha la sfortuna da attore comico d’intepretare l’ammiraglio tutto di un pezzo Vyacheslav Grudzinsky ceh cerca di comunicare con il britannico Colin Firth alias commodoro David Russel. Forse solo adatti a fare i passeggeri ci una crociera in realtà solo lenti come dei palombari visibilmente a disagio al pari di Matthias Schoenaerts attore belga che é russo quanto io potrei essere un capo zulu . Aggiungiamo anche lo scarso impegno di Michael Nyquist attore come von Sydow compianto e di come August Diehl nei panni del sommergibilista Anton markov sia giù di corda come e espressivo al pari del siluro che esplode da solo tutto é falso é stupido. Logicamente in un’opera che vuole prendere in giro la Russia non possono mancare i clown il pagliaccio allegro rappresentato da Magnus Millang nel ruolo del penoso barzellettiere Olger Lobel e dello scemo del villaggio il giovane marinaio Pavel che ha il volto di Matthias Schweighöfer che perde una caplusa in acqua. L’unico personaggio giusto é simile a un marinaio russo é maxime che é il bravo attore tedesco Pit Bukowski  l’unico che sembra fare sul serio e non riesce a slavarsi. Il film é del 2018 anno in qui dopo i mondiali russi non c’erano problemi tra la Russia e l'Occidente a parte la crisi ucraina che però non era ancora esplosa. Forse per questao manca putin. Si aggiunga che nella realtà il sommergibile non esplose per una collisione ma per un motivo ben più vago un attentato da parte del wadabiti ceceni che imbarcarono magari con l’aiuto dei servizi segreti sauditi o magari anche americani un bomba a orologeria. Da notare che all’epoca 2001 l'Arabia Saudita non era ancora il paese che conosciamo oggi potenza economica non allineata e molti ceceni erano profondamente anti russi. Il film Kursk é indicativo nel modo d’intendere il monto degli occidentali sopratutto scandinavi i russi sono selvaggi come tutte le altre etnie da educare da proteggere anche da loro stessi. Un film irritante e malfatto una ciambella mal riuscita e un ulteriore insulto ai marinai morti

Robert Fogelberg Rota .

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Orrore in Transilvania non vampiri ma razzisti

Un film più che stupendo

Titolo Animali selvatici

regia Cristian Mungiu

Intepreti Tudor Vladimir Panduru

Distribuzione circuito Gneova cinema

Voto A

pochi film che ho visto sono stati così belli da quasi dei capolavoro coem l’opera si Cristian Mungiu “Animali selvatici “ che mischia in salsa moderna e critica della società turbo capitalistica e atlantista rumena in un ‘opera dove la fotografia di Tudor Vladimir Panduru porta come le vecchie immagini di bazin una fotografia essenziale ricca di un bellezza che arriva dalla quotidianità il villaggio della transilvanica dove vivono ungheresi, rumeni e soprattutto quello che era il gruppo tedesco con il vecchio massiccio Otto più rappresentato che interpretato da Andrei Finti scelto perché simile a Briuno Graz e suo figlio mathias un po’ Stankovic più bello , con un pizzico di tex Willer che ha il viso di Marin Grigore . Violento quasi libidinoso oltre che Tex Willer ricorda Redmond Barry in “Barry Lyndon” di Stanly Kubrick con un po’ rovinato come ledis la migliore interpretazione di Leonardo DICaprio in “Shuttel island”. Matratato nella civilisisma Svezia scopre che suo figlio Tibi uno strepitoso Rácz Endre é spaventato da visioni e la moglie la bella , noiso donna di casa Ana una strepitosa Macrina Barladeanu non li dá l'educazione che lui vorrebbe per il suo erede. Mathia é un macellaio un cacciatore un guerriero che ha lavorato in ambienti duri disastrati e questo lo permette di essere tra le poche persone empatiche per i lavoratori singalesi il giovane Alick che ha il viso quasi fanciullesco di Gihan Edirisinghe , il compasato cattolico mahida Amiths Jayasinghe e sopratutto l'artistico e spaventato Rauk un all limite dell’intesita Nuwan Karunarathna. Dono stati portati a lavorare in una panificio gestito da kringa uan Fekete Beata che sembra la sorellina di Julian Moore che cerca con l’aito del direttore dell’ufficio di colocamento di Bucarest Lucian Ifrin di servirsi dele generose sovvenzioni occidentali. Chi si occupa di Loro e di Mathis é l'affascinante ma non bella Csilla Szabo che ha il volto di Judith State. Mathis é l’unico uomo libero perché gli altri che sono restati sono meschini e violenti anche il suocero nonche animatore del tifo della locale squadra di hockey su ghiaccio mr baciu un Ovidiu Crisan che sembrare colto e raffinato e la moglie Cerasele Iosifescu che poi cambiano opinione sia per l'ottimista dell’estremista ecologista parigino Rudi Mark Edward Blenyesi ma anche per le agresioni che si fanno sempre peggio per opera di alcuni ungheresi il terro Geza Szucs Tamas ma anche il luciferino Reka che ha il volto quasi da bonaccione di Nagy Csilla . Salta fuori l’odio per gli zingari un cattivo rapporto con gli orsi sia amati che odiati come il loro pasato epico. La religione ha un ruolo importantissimo un po’ perché la chiesa un po’ luterana con l’affarista Rares Hontzu con la moglie Steffi e il preta cattolico ungherese intepretatto da Józed Birò che tiene comprtamenti assolutamente non cristiani etati anche dalal sua perpetua. Oltre che razzismo in se stesso perché i singalesi sono vagamente assomigliati agli zingari odiati dalla popolazione quello che succede é una esplosione di odio risentimento per il fatto che sono obblicati a emigrare in europa occidnetale sono maltratti e vivono solo influenzati dai titoli di giornali. un’opera omnia veramente bella

Robert Fogelberg Rota

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Piú che l'autunno la primavera del medioevo

Un quasi capolavoro

Un quasi capolavoro

Titolo Narciso e Boccadoro

regia Stefan Razowitzky

Interpreti Jannis Niewöhner:

Distribuzione Rai Play

voto capolavoro o quasi

allora inizierò raccontando la scena più scarsa che é un autogol pazzesco uno dei protagonisti l’ottimo Jannis Niewöhner: irriconoiscibile perché uguale a Travis Fimmel nel ruolo di Ragnar Lokbrok decide di partecipare a una battaglia. Solo delle lance faccia dipinta e un urlo. Un ascena ignorante e sconvolgente di un film che cerca di ripercorrere fraci conoscere il come era o forse come poteva essere l’ultima stagione del gotico internazionale nella variante tedesca. La struttura del film di Stefan Razowitzky é perfetta e vuole a tutti i costi riflettere quella con l’aiuto di Robert Gold la struttura del meravigliosa romanzo di Hermann Hesse Il protagonista é il giovane Boccadoro abbandonato dal padre in un monastero benedettino quando é un bimbetto discolo interpretato dal simpatico Jeremy Miliker da un padre arcigno e severo un monumentale Johannes Krisch che lo odia solo per il fatti che ricorda la amare. Nel monastero avrà un padre distante l’abate Daniele interpretato da un altro ruolo bellissimo di Branko Samarovski e dovrà andarsene incontrando uan vita quasi picaresca. La fotografia di Bededict Neuenfels é perfetta capace sia di ricrea l’arte di quel periodo ma anche di migliorala farla viva tridimensionale mentre il montaggio di della viennese Britta Nahler della tradizione e del linguaggio filmico germanico alternando sequenze d’azione a sogni o meglio allucinazioni e primi piani che mettono l’anima al lavoro. Nel suo viaggio per il mondo che poi potrebbe anche essere il viaggio iniziatico del Batman Christian bale nella trilogia di Chris Nolan vediamo coem a poco a poco il giovane Boccadoro inizia a conoscere un percorso molto iniziatico con la scena del mercato che lo porta all’amore o meglio al erotismo con due bellezze teutoniche ma anche raffinatissime le damigelle gotiche lydia che é al bruna Emilia Schûle che si farà beffe di Boccadoro due volte la prima giovane e nelle scene nel paesaggio inevati, in una sequenza quasi da cinema giapponese e la seconda la bionda Julia che ha il volto infantile ma accattivante di Elisa Schlott . Questa potrebbe essere definita la nuova Cthrine come la diva belga nel monumentale Brancaleone di Mario Monicelli né un’ amante respinta lei e l’amante che si prende la rivincita anche con la capacità innata del riuscire a fare l’arte a immortalare il giovane prima della scena della tortura quando ricontererà il suo doppio. Sono scene incredibili e si vede come lei come pittrice sia superiore a un giovane tutto sommato nobile che manca dell’arta ma conosce l’artigianato. Julia sposata con il principe nella rappresentazione più che interpretazione di Georg Friedrich una coppia dell’imperatore Massimiliano é l’unico personaggio che progredisce. Si vede bene come all’inizio la sua vita sia semplice in un castello retto da un feudatario in realtá un ex cavaliere teutonico che ritiene di essere stato una macchina da guerra contro i lituani pagani e i russi ortodossi interpretato dal divo Mathias Habich altresì noto per aver interpretato diverse volte von Pauls personaggio chiuso e indeciso che perderà definitivamente il sogno teutonico di espandersi a est con la battaglia di Stalingrado. La sosta nel castello farà in modo per Boccadoro di poter raggiungere la realizzazione professionale ottenendo i rudimenti della scultura linea. L’artista Nikolai interpretato da Uwe Ochsenknecht ha caratteristiche molto militari in tutto e la scena del rifiuto del matrimonio con la figlia Liseth Roxana Duran e sia molto comica ma anche profondamente drammatica perché è l’inizio della peste. Qui il riferimento e per me al film tedesco migliore di tutti i tempi il “Faust”di Wilhlem Munrau e il grande affresco viene sia semplificato ma anche reso più vicino da con un uso della natura che ricorda Terence malicker in The tre of life ma anche the New World con l’idillio della relazione campestre con Lele la bravissima attrice olandese Henriette Confurius . Anche la scena della violenza carnale che é la più disturbante del cinema dopo quelle in “Lilja for ever” di Lukas Modysson e soprattutto di Pupi Avati in “la casa delle finestre che ridono a opera di Ulric il vagabondo impersonato da Michael Glantschnig . La peste porta anche a un personaggio allegorico quello della vecchia lasciva ma forse ancora regale Gräfling che é Sunnyi Melles . Un ruolo difficile che potrebbe anche ricordare la mamma di Boccadoro ma anche la giovinezza che fugge in questo autunno del medioevo mentre sotto le alpi era in Italia. Il secondo protagonista é narciso da giovane Oskar von Schönfels irritante nella sua perfezione da “abatino “ per poi divenire un personaggio tutto simpatico che conosce il mondo solo per i libri ma lo conosce davvero e sa bene quello che può e non può fare e nell’interpretazione di Sabin Tambrea un uomo tutto sonato d’azione. Solo che ben ricordato dal monaco Anselmo il tedesco libanese Kida Khodr Ramadan il monastero non é ormai proprio come Boccadoro in un buono stato . Il personaggio che vorrei ricordare più di ogni altro però é Lothalr l’antagonista il monaco manesco é fantico che ha il noto volto di uno dei migliori attori di sempre prima della DDR e poi della Germania riunificata André Hennicke . È questi che sbaglia l’idea di base é considera i due giovani Boccadoro e l’abate come due amanti mentre in realtà si tratta di un amicizia tenera e intesa. È spaventato dall politrico per via della sua misoginia. Tutto questo con un contorno di dame cavalieri e monaci e un personaggio che secondo me é derivato dai romanzi di Walter Scott e soprattutto da Ivanoe quello della giovane ebrea Rebeccka che ha il viso di Jessica Schwarz . Un ruolo inteso e drammatico ma anche raffinato in un film purtroppo rovinato da una scena che centra come i cavoli a merenda quella della battaglia ma comunque da vedere e rivedere

Robert Fogelberg Rota

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Un d'Annunzio amletico

Uno dei dieci capolavori del cinema italiano

Titolo Il cattivo poeta

regia Guankuca Jodice

Interpreti Sergio Castelitto

distribuzione Rai paly

Voto capolavoro

pochi film sono secondo me in questi ultimi anni belli come “Il cattivo poeta “ di Gianluca Jodice. Si tratta di un’opera enorme in tutto dalla fotografia di Daniele Ciprì capace con tagli di luce su sfondi scuri e tenebrosi ma all'improvviso nell'onnipresente lago di Garda a dare l’idea di un periodo difficile dove l'Italia fascista scopre che quella che voleva essere un rivoluzion é un sistema oppressivo in un ambiente opprimente come quello del “Conformista” di Bernardo bertolucci ma molto più potente dove recitano anche i sassi. Dalla meravigliosa torpediniera Puglia che si erge dal verde all'onnipresente dante. La storia é lineare con una padronanza ottima della lingua che é quella eloquente esteta e raffinata del vate. Da notare che i vati sono due il vecchio quasi cadaverico simbolo ancora di più del sontuoso e raffinato ma mai bomba stico vittoriale degli italiani il vegliardo ma ancora affascinate, fascinoso e anticonformista Gabriele D’annunzio Casteellito e il giovane federale Giovanni Comini interpretato da Francesco Patanè . Il giovane attore e autore genovese é una vera e propria rivelazione anche lui simile nel fisico a D’Annunzio rappresentata il prodotto di un’educazione basta sull’amor di partia la cultura classica ma via via che si allontana dal totalitrarismo più bieco. Lo si vede in una delle scene piú forti e meglio monatta che é il scarificio dell’amata Luisa interpretata da Lina una bravisismaLidiya Liberman:

: una figura di donna serie dignitosa forte e anche se non troppo a prima vista volitiva che potrebbe anche essere la versione giovane di Amélie Mazoyer la nostalgica lotilde Courau:. Cornificata di granl lunga a lei vive nel mito nell’immagine del vate la cui grandezza stava nell’impresa fiumana sicuramente coem tutta la vitta di Da’Anunzio Gabriele Amleto mancato l *insistere in maniera quasi ridicola sui topi il parlar ea bassa voce ma anche la sensualità che lo prta a avvicinare i nemico i barbari germaici e wagneriani raprestanati dalla bellissima ma tetra Emy Heufler che ha la maschera quasi da teatro No per la sua appratente inespressività di Janina Rudenska. Si insinua precisamente come il commissario Rizzo un bravissimo Massimiliano Rossi in quella che é lo spazio vitale del vate per a poco a poco corromperlo rovinarlo etenatre di asservirlo. Ha differenza di Giovanni appartemente un burocrata allevato dal fascismo il vate nonostante i suoi eccessi la cocaina e il sesso é un uomo libero convinto sia delle sue scelte


Il merito di Castelitto che è ricordiamo prima di tutto un grande atorr di teatro e´di presentare un ruolo che é bello in quanto ruolo complicato perché ha tre parti quella caudente che il giocave federale non riesce a esprimere Quella che é la sua scelta pubblica decadentista ma anche quella visionaria che é solo parzialmente compresa dalle sue donna ma anche da Giancarlo maroni un Tommaso ragno particolarmente ispirato il segretario e intendete del Vittoriale. Un ruolo simile a quello della segretaria del giovane Comiti che lo informa di quello che non vuole vedere il comportamento dei suoi tirapiedi delle camice nere come Carletto Lino Musella. Il discorso sul fascismo e i suoi effetti si vede sopratutto tra i genitori ci Carlo Comiti sopratutto il padre i bonario paolo Graziosi che vive nella sua casa di un contadino appena imborghesito con immagini religiose e quasi spinto dalla mogli una coppia di Ave ninchi a denunciare un amico per una critica anche pesante al duce ma sopratutto che si spaventa quando s’accorge di aver sporcato una foto del duce. Questo perché Giovanni precisamente come D’annunzio non ha visto il fascismo chiuso il giovane in una visione del fascismo che é idealizzata mentre d’annunzio si é buratto nella retorica e come il Don Quxiciotoe capisce cosa potrà significare l'alleanza con il totalitarismo tedesco che porterà solo alla morte. La morte non bella ma per via di qualcosa d'opprimente. Da notare e qui abbiamo la quasi pazzia di D’Annunzio che é così data per via di aver anche inconsapevole e creato un mostro opprimente di stupiditá. Non tanto in mussolini freddo distaccato e appena accentata impersonato da Vincenzo pirlotta ma da quello che é il gerca più ottiso anche a volte attaccato dallo stesso Mussolini Strace che ha il volto duro di Fausto Russo Alesi un ‘interpretazione forte non sotto le righe quasi da carro armato che mostra il nuovo corso che é uno sfruttamento un annullamento anche di una grande cultura. Qui il gioco di Jorice é quello dell’Amleto in uno specchio con il giovane Giovanni e con una visione tirannica tetra e ottusa dove giocano anche le statue. La bellezza classica delle sattue e paragonata ai busti del duce chiusi in una stupida brutalità. Un film che si appresta a diventare un grande classico da vedere amare e rivedere

Robert Fogelberg Rota


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