Forse il miglior regista del cinema italiano
¨¨film stupendo¨
Titolo rapito¨’
regia Marco Bellocchio
Intrepreti Filippo Timi
Distribuzione svedese Cinema made in italyu
Voto capolavoro
Pochi registi hanno fatto film stupendi come marco Bellocchio e rapito che tratta di un terribile crimine ai danni di un ragazzino ebraico Edgardo Mortara é secondo me una pietra miliare nella storia del cinema italiano molto per la spreldida fotografia di Francesco Di Giacomo e il montaggio attento aun ritmo calmo ma anche misterioso da parte di Stefano mariotti . si tratta di un film in costume per esattezza dai brique dei bersaglieri, alle uniformi dei convessi alle caricature che si animano perfetto al pari di Berry Lundon di Stnalye Kubrick na con uno sguardo al presente. Dire che Bellocchio é un autore laico e presumo postmarxista che non ammira troppo la devozione cattolica é semplice ma quello interessante e come con l’aiuto della fotografia e del bel montaggio di mostra una descrizione bellissima e interessantissima della storia italiana quando lo stato moderno si fonda. Un moderno che é rappresenatto in questa situazione molto difficile e dura dai personaggi che sono più negativi ovvero monsignor Cardinale Antonelli un Filippo Timi che fa uno dei tanti e ottimi personaggi che é solito presentare e qui é l’eminenza grigia di quello che é l’antagonista” o protagonista principale Pio IX. L’episodio di Mortaraprima Enea Sala da bambino e poi Leontado Maltese da giovane é molto complesso e l’idea principale e l’incapacità della religione di dare risposte. Proprio l’uso religioso ebraico rende la famiglia meno simpatica in quella che forse é un finito idillio famigliare. Il grosso rischio di un film come questo e il trasformarlo in uno strappalacrime quando invece quello che vuole mostrare diverse tragedie in un periodo quello risorgimentale che è visto senza l’essere un periodo eroico . La tragedia più grossa resta quella della madre padovaniuna bravissima Barbara Ronchi che é messa da parte da una cultura che é eccessivamente patriarcale del padre momolo l’interpretazione di Fausto Russo Alesi e stupenda e che la rifiuta di considerare gli altri ianmnaiera simile a quello che la chiesa . Questo si vede nel contrasto con il padre che non può affermarne la prova definitiva che il rapimento di Edgardo é anche un reato contro la legge canonica. Una padre troppo freddo impulsivo e nonostante la sua ricchezza estremamente pieno di ignoranza che si vede nel suo incontro con il segretario dell’università ebraica un grande ruolo di Paolo Cortesi. Questo ruolo che viene inspiegabilmente umiliato mi permette di presentare il ruolo di Pio IX che é una specie di Re Ubu un tiranno infantile e sopratutto pieno di un certo tipo di odio nei confronti di tutti gli altri. Il ruolo di Paolo Pierobone per me tra i migliori proprio per questo suo prestare un personaggio molto infantile di una crudeltà luciferina ma anche di un certo spessore che rappresenta la posizione ambigua di un ‘icona liberale che poi riesce a perdere tutti. Si vede questa vena infantile quando gioca a Tana con Edgardo e lo nascondo in un gesto simile a quello della madre sotto la tonaca non sotto la gonna. Questo é per me fondamentale per capire il personaggio ma anche il modo operandi di Edgardo. La prima presentazione in seno a quella bellissima famiglia unita senza grossi problemi economici inizia al buio che é sia una metafora di come gli israeliti sono discriminati ma anche di una famiglia che è gestita in maniera molto patriarcale cale. La preghiera é fatta al chiuso in uno spazio privato che viene ripetuta in diverse occasioni anche quando viene incontrato il personaggio magico che é il piccolo Elia Cristiano Minru che li ricoda come bisogna farsi furbi impare l’arte di dissimulare recitare le proprie idee . Poi viene ripetutati come preghiera cattolica di uan religiosità legata fortemente alla morte fuori da Cristo. L’arte barocca e sempre presente ma sullo sfondo la scena biblica presente nel dormitorio. Si osservi che non c’è la ben che minima violenza fisica nella scuola dei catecumeni ma semplicemente una paura una desolazione per Edgardo sia dall’insegnate un tiranno gentile Alessandro Bandini on un guato di velluto ma dal resto dei personaggi che troviamo fin dall’inizio. Bellocchio non ha la minima pietà per un sistema simile e per chi lo presente ae fa vedere la banalità del male descritta con termini mutati da Hanna Arente dal mellifluo commissario di polizia più prete Il bravisismo
Bruno Cariello più prete dei preti all’invasato che ricorda la morte di un bambino Simone forse malato di tisi come un qualcosa di tutto sommato auspicabile alle due donne simili a corvi Federica Fracassi e sopratutto la bravissima attrice di teatro Giulia Quadrelliche iniziano sempre come Edgardo a raccontarli del papa come di un monarca. Edgardo vede cosi staccarsi dal crocefisso perché pe semplici regole non sono il cristianesimo o il cattolicesimo come le preghiere non sono l’ebraismo. Da notare una presentazione per me molto bella quella della Padovani Ma Bellocchio cambia la frittata mettendo grazie a uno dei suoi migliori attori Invernizzi anche in cattiva luce anche quello che é il positivismo l’Italia unita che non ha il coraggio di fare una rivoluzione. L’unico vero personaggio ancora più fanatico é l’inquisitore novello Savionarola
Fabrizio Gifuni che dá un’interpretazione molto bella di Bernardo Gui (ricordiamo benissimo interpretato prima da Fredrey Murpey e poi da Rubbert Everet nelle due versioni di “Il nome della Rosa”) presentato in maniera più che perfetta da e il giudice é anche se in laico elegante e cortese l’immagine speculare di questo sempre senza nessuna capacità chiuso nella sua ignoranza. L’avvocato Jussi un Fabrizio Contri molto bravo che ricorda il difensore di Andreotti in “Il testimone” (film simile e molto più quotato) nel traditore é semplicemente una persona che cerca di difendere il suo imputato ma anche l’avvocato dell’accusa Giustiniano Alpi ha anche lui una similitudine quella di veder eo anche solo concepire legge senza morale. L’unica persona morale sembra essere il fratello maggiore riccardo il bravo per misura e intesità Samuele Teneggi di Edgardo che partecipa a porta Pia e vien disconosciuto dal fratello ormai seminarista e pieno di una certa avversione ma anche incapacità e alla fine la morte della amore e il patetico tentativo della battesimo mostra quanto ormai Edgardo é la madre è un ruolo interessante perché in questo Bellocchio non si ripete in quello che aveva fatto in “Vincere” nel meraviglioso ruolo di Isa dasser la moglie segreta di Benito Mussolini madre di quel Vittorio Albino Mussolini nascosto dalla storia ma con un posizione diversa. Questa donna nervosa lo diviene a poco a poco quando scopre che L’idillio e chiuso e il patriarcato ha fallito. Un’opera bella nuda cruda ricca di spunti e di possibilità di essere discussa che deve per forza essere vista
Robert Fogelberg Rota